Pesca dei gamberi, cresce la tensione. Ieri due imbarcazioni siciliane sono arrivate in porto, attraccando nello scalo di Sa Perdixedda, per sbarcare le casse di crostacei catturati in acque internazionali. Al loro arrivo hanno però trovato i pescatori cagliaritani sul piede di guerra, e la tensione è salita alle stelle, tanto da far arrivare in banchina anche le Volanti della Polizia e le pattuglie della Guardia costiera.
Il caso è aperto. A complicare tutto c’è un inghippo giuridico che dovrà essere sciolto. Di fatti i sardi, per una questione tecnica non possono operare nelle otto settimane successive alla fine del fermo biologico come indicato dalla Regione dal venerdì e per tutto il fine settimana, mentre i loro colleghi siciliani continuano a lavorare sui banchi al largo in modo assolutamente legittimo. Di più. I pescatori sardi - stando almeno a quanto indicato dalla Capitaneria di Porto Torres e evidentemente diffuso all’intera marineria isolana - non possono attraversare le acque territoriale (ovvero le 12 miglia) perché l’attività di pesca viene considerata reale dal momento che un peschereccio scioglie l’attracco per raggiungere i banchi.
Sta di fatto che le barche siciliane attraversano le acque territoriali senza alcuna limitazione, ed è questo che ha scatenato ieri pomeriggio la rabbia dei locali.
La trattativa è stata incandescente e solo alla fine i comandanti dei due pescherecci siciliani hanno deciso di non sbarcare il prodotto.
“Martedì - spiega Renato Murgia, responsabile dell’associazione armatori sardi - il problema sarà discusso in Regione”.

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