Perdaxius, incidente sul lavoro:operaio rischia di perdere le gambe
Rischia di perdere le gambe un giovane operaio di Dolianova vittima di un grave infortunio sul lavoro a Perdaxius: è rimasto incastrato tra gli ingranaggi dell'avvolgitubo di un autospurgo.Rischia di perdere le gambe rimaste stritolate in un argano in ferro. Stava riavvolgendo il manicotto dell'autospurgo, ma questa operazione compiuta tantissime volte, ieri mattina si è trasformata in un dramma per un giovane operaio di Dolianova, Mario Cabboi di 24 anni, rimasto vittima di un grave incidente sul lavoro a Perdaxius. Le gambe gli sono rimaste incastrate fra i bracci in acciaio dell'avvolgitubo posizionato orizzontalmente sopra l'autospurgo che la sua ditta, la Copex, stava utilizzando per un intervento nell'impianto di depurazione Abbanoa, nella località San Leonardo. Ora il giovane è ricoverato nel reparto di Traumatologia dell'ospedale “Sirai” di Carbonia dove è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico con il quale i medici hanno cercato di salvargli le gambe.
L'INCIDENTE Il grave infortunio sul lavoro è accaduto poco dopo le 10,30. L'operaio di Dolianova era appena giunto con i colleghi nel depuratore di Perdaxius per eseguire un intervento considerato di routine, cioè aspirare liquami da alcuni pozzetti. Mario Cabboi si trovava sul tetto dell'autospurgo, dov'è posizionato l'avvolgitubo, un argano orizzontale che serve per srotolare e arrotolare il manicotto. Per cause ancora da accertare, il meccanismo si sarebbe messo in moto proprio mentre l'operaio si trovava con tutte e due le gambe all'interno della ruota con i bracci in ferro. Una delle ipotesi, ma sarà una perizia tecnica a suffragarla, è che sia stata inavvertitamente azionata la leva che avvia l'avvolgitubo.
INCASTRATO Le urla strazianti del poveretto le cui gambe sono rimaste incastrate nella ruota metallica dell'argano, hanno fatto accorrere i colleghi. L'avvolgitubo è stato bloccato è ed partita la chiamata al 118. Nel giro di pochi minuti sul posto è arrivata l'ambulanza medicalizzata del “Sirai” di Carbonia, la Beta 3 dei volontari Avis di Narcao e i carabinieri di Narcao. Mario Cabboi era cosciente, ma il dolore insopportabile lo faceva respirare a fatica. Per questo motivo, durante le operazioni di soccorso gli è stata applicata la maschera dell'ossigeno. Non è stato per niente facile per i soccorritori operare sul tettuccio dell'autospurgo dove si trova l'ingranaggio che ha provocato l'incidente. Tanto che per liberare il giovane operaio è stato necessario chiedere l'intervento dei vigili del fuoco di Carbonia.
I SOCCORSI C'è voluta più di un'ora prima che i vigili riuscissero a liberare Mario Cabboi dagli ingranaggi. Il giovane operai è stato subito preso in consegna dall'équipe del 118. L'operaio è stato accompagnato al “Sirai” dove è stato sottoposto a un duplice intervento (nel tardo pomeriggio era ancora in corso) con il quale i medici hanno cercato di ricomporre le gravissime lesioni in maniera da evitare l'amputazione di entambi gli arti. Ma le lesioni sono gravissime (il giovane operaio ha riportato fratture esposte e scomposte nella parte bassa di entrambe le tibie, una quindicina di centimetri sopra la caviglia), anche perché i bracci dell'argano gli hanno quasi staccato le gambe. Mario Cabboi, nonostante abbia perso molto sangue, è rimasto sempre cosciente durante le operazioni di soccorso e fino al suo arrivo in ospedale.
Intanto, sull'incidente avvenuto nel depuratore Abbanoa di Perdaxius la magistratura ha aperto un'inchiesta. I carabinieri, su ordine dell'autorità giudiziaria, hanno posto sotto sequestro l'autospurgo e disposto tutti gli accertamenti necessari.
ANDREA SCANO