Perdaxius, fucilata al colloper uno scooter incendiato
Finisce con una fucilata, un uomo ferito al collo e un giovane di 22 anni in cella per tentato omicidio un’aggressione con motosega e carabina ad aria a Perdaxius. In cella Cristian Loddo, di Carbonia. Sarebbe stato lui, con un amico (ricercato), ad attuare una spedizione punitiva contro Tommaso Argiolas, 49 anni, di Perdaxius. Movente? Una moto incendiata.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ha sparato per 4.000 euro: il valore di una moto, la sua, distrutta da un incendio giovedì sera. Cristian Loddo, 22 anni, di Carbonia, da venerdì rinchiuso in una cella del carcere di Buoncammino, a Cagliari, con un'accusa di tentato omicidio, è convinto che ad appiccare il fuoco sia stato Tommaso Argiolas, 49 anni, allevatore di Perdaxius, ora ricoverato al Sirai di Carbonia con una ferita d'arma da fuoco al collo, due costole e un piede fratturati, contusioni multiple e una prognosi di 30 giorni.
L'ACCUSA Tommaso Argiolas, che in passato ha subito una condanna per reati connessi a un traffico di droga fra Torino e il Sulcis ed è stato testimone-chiave nell'inchiesta sull'omicidio di Gianfranco Maxia (era proprio con Argiolas che Maxia aveva appuntamento, la sera in cui, vent'anni fa, fu ucciso, sempre lì a Perdaxius, nel piazzale della Madonnina, a colpi di mitraglietta, e fu lui a ritrovarne il corpo), di moto bruciate giura di non sapere nulla e di tirare fuori quei soldi proprio non ne voleva sapere. Così venerdì pomeriggio è scattata la spedizione punitiva: nel podere dell'uomo, a Perdaxius, Loddo (neanche lui uno sconosciuto per le forze dell'ordine) c'è andato armato di una carabina ad aria compressa caricata a pallini e, per sicurezza, portandosi dietro un amico che, come in un film di Tarantino, brandiva una motosega. Accesa. Un amico cui i carabinieri stanno ancora cercando di dare nome e cognome.
VIOLENZA Quando, alle 17,30, Argiolas, li ha visti venire verso di lui ha capito che non si trattava di una visita di cortesia. Per pochi secondi, la violenza è stata assoluta, furiosa. L'allevatore è riuscito a restituire qualche colpo, ma soprattutto ne ha presi. Il più doloroso, quello che gli ha rotto le due costole (quinta e sesta sinistre, secondo il referto dei medici del Sirai), gliel'avrebbe sferrato proprio Cristian Loddo con il calcio della carabina.
LO SPARO A un certo punto Tommaso Argiolas s'è trovato sottomano un forcone. Puntandolo contro i due, è riuscito a guadagnarsi una via di fuga e ha tentato di scappare. Aveva fatto qualche passo quando ha sentito lo sparo e il dolore al collo, pochi centimetri sotto l'orecchio destro. Le ginocchia gli si sono piegate. È caduto. Li ha sentiti correre via ed è svenuto.
L'ARRESTO Un'ora dopo, Argiolas (soccorso da un vicino di terreno che, sentite le urla e lo sparo, è corso a vedere cosa fosse successo) era al Sirai, dove ieri mattina i medici gli hanno estratto un pallino dal collo: calibro 4,5 millimetri, identico ai 408 sequestrati a bordo dell'auto usata da Cristian Loddo. Quest'ultimo è stato fermato dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Carbonia e della stazione di Narcao un'ora dopo l'aggressione, indicato per nome e cognome, senza esitazioni, dal ferito.
CASA E MOTO I due si conoscono bene da anni: qualche mese fa Cristian Loddo avrebbe perfino occupato una casa ricavata in una vecchia scuola rurale appena ristrutturata dal Comune nella frazione di Is Pillonis: una casa in cui, prima dei lavori, aveva abitato proprio Argiolas. A rovinare il rapporto fra i due, a quanto hanno ricostruito i carabinieri, sarebbe stata proprio la compravendita della moto, uno scooterone che Loddo sostiene di aver acquistato da Argiolas e che, la notte di giovedì scorso, è stato bruciato davanti a un bar nella frazione di Pesus.
IN CARCERE Dopo gli accertamenti di rito nella caserma dell'Arma a Carbonia, Cristian Loddo venerdì notte è stato trasferito in carcere a Cagliari, dove resta a disposizione della Procura.
MARCO NOCE