Il sindaco di Zerfaliu non avrebbe rispettato gli adempimenti per la tutela e la sicurezza dei dipendenti, da qui la condanna a 15mila euro di ammenda. La difesa però non ci sta, l’avvocato Gianfranco Siuni parla di «un clamoroso errore giudiziario. Pinuccio Chelo andava assolto con formula piena. Abbiamo portato tante sentenze della Corte di Cassazione su casi fotocopia in cui tutti venivano assolti. Chi avrebbe dovuto rispondere del reato è il dirigente, non certamente il sindaco che invece va assolto».

La vicenda risale ad alcuni anni fa, quando nove dipendenti comunali avevano contestato di non essere stati sottoposti alle visite mediche periodiche previste per i lavoratori. Poi l’esposto alla Asl che, qualche tempo dopo, aveva disposto una ispezione terminata con una sanzione amministrativa di 11mila euro a carico del sindaco.

Chelo, però, aveva deciso di non pagare quella sanzione, si era opposto perché sosteneva che il ruolo del sindaco non è assimilabile a quello di un qualsiasi datore di lavoro, la sua è una competenza politica tanto più che quei compiti sulla sicurezza dei lavoratori sono in all’ufficio tecnico.

La pm Daniela Muntoni nella precedente udienza aveva ricordato che da anni nel Comune di Zerfaliu non venivano effettuate le visite né i corsi di formazione per la sicurezza. E alla fine aveva chiesto la condanna a 15 mesi e un’ammenda di 15mila euro. L'avvocato difensore Gianfranco Siuni aveva sollecitato l’assoluzione con formula piena ribadendo che ogni Comune ha un Piano esecutivo di gestione che individua gli obiettivi affidandoli ai dirigenti responsabili di servizi, in particolare in materia di tutela e salute sul posto di lavoro la responsabilità era del capo ufficio tecnico. La giudice Viviana Sannia ha accolto la tesi dell’accusa (rappresentata oggi in Aula dal pm Marcello Floris) e ha condannato Chelo a un’ammenda di 15mila euro.

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