Due settimane fa il pm aveva chiesto una condanna a 23 anni per l'imputata, 44 anni di Oristano accusata di utilizzare costantemente il figlio, un bambino di 10 anni, per molestare e vessare l'ex marito e la nuova compagna.

Oggi il giudice monocratico Carla Altieri ha pronunciato sentenza di condanna a quattro anni e quattro mesi, riconoscendo il vincolo della continuazione fra tutti gli episodi contestati, a differenza del pm Rosanna Nurra.

Sette i capi di imputazione: dallo stalking alla calunnia, dalle minacce al danneggiamento dell'auto, all'aver indotto il bambino alle molestie.

La storia risale a tre anni fa e, secondo le accuse, è andata avanti per mesi. Dopo che la donna, divorziata dal marito, aveva scoperto che l'uomo aveva cominciato una nuova storia sentimentale. Da quel momento per l'uomo e la nuova compagna (parti civili con l'avvocato Mario Gusi) erano iniziati numerosi e pesanti episodi di stalking e vessazioni.

Ma l'aspetto più grave, aveva sottolineato il Pm , è stato il costante coinvolgimento del bambino. Ecco perché, concludendo la requisitoria, la pubblica accusa aveva chiesto la condanna della imputata capo per capo, senza riconoscere il vincolo della continuazione.

L'avvocato difensore Manuela Cau aveva spiegato che l'imputata ebbe un tracollo emotivo nel momento in cui scoprì che l'ex marito aveva un'altra compagna. E in ogni caso, secondo la difesa, tutte le accuse non erano state provate a dibattimento. E aveva invocato la assoluzione della donna.

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