Le speranze di un possibile “ritorno alla vita” sono svanite da tempo. I medici sono stati chiari: il coma è irreversibile. Andrea Manca da due anni è in uno stato vegetativo, in una condizione che lui ha sempre definito «non vita» e che non avrebbe voluto affrontare. E per rispettare la volontà, sempre dichiarata dal sindacalista 58enne, il fratello Alessandro (amministratore di sostegno) ha chiesto al giudice l’interruzione dei trattamenti sanitari (in base alla legge 219 del 2017 sul consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento). Ieri l’udienza in Tribunale, il giudice si pronuncerà nelle prossime settimane.

La storia

Tutto è iniziato nell’estate di due anni fa quando il virus Sars-Cov2 ancora imperversava. Andrea Manca è stata una delle tantissime vittime: positivo al Covid, era in isolamento poi il 22 luglio 2021 l’arresto cardiaco. La corsa all’ospedale dove il sindacalista era arrivato in condizioni disperate, «in coma post-anossico» (per diversi minuti l’ossigeno non era arrivato al cervello), incosciente e intubato. Il trasferimento a Cagliari, altre complicazioni cardiache e alla fine si arriva al limite. Stato vegetativo, Manca è completamente dipendente dai macchinari, per i medici «prognosi di recupero negativa rispetto alla coscienza».

La richiesta

Dopo svariati mesi, consulenze e pareri di luminari e specialisti, le diagnosi sono sempre uguali e spengono ogni speranza. E allora il fratello Alessandro decide di rispettare la volontà di Andrea che, come emerso dalle tante testimonianze di amici e conoscenti, ha sempre ripetuto che sarebbe stato meglio morire piuttosto che vivere come un vegetale. Non ha lasciato nulla di scritto, ma come prevede la legge può essere il tutore a far valere la sua volontà. Così cartelle cliniche e testimonianze sono finite nel ricorso presentato dall’avvocato Antonio Tola che assiste Alessandro Manca. Il giudice nei mesi scorsi aveva nominato anche un proprio consulente (Mario Cardia, direttore di Anestesia del Brotzu di Cagliari) e la sua relazione è in linea con le altre diagnosi.

L’udienza

Ieri il legale ha chiesto al giudice Gabriele Bordiga di indicare una pluralità di strutture in cui poter effettuare l’interruzione dei trattamenti sanitari (eventualmente anche quella di Milis dove al momento Andrea Manca è ricoverato). Il curatore speciale nominato dal Tribunale, l'avvocato Valerio Martis, ha comunicato di aver già contattato il coordinatore dell’hospice di Oristano Giuseppe Obinu che potrà mettere a disposizione una équipe per l’interruzione dei trattamenti. È stato poi sollecitato che siano indicati i soggetti che dovranno occuparsi delle autorizzazioni amministrative per evitare intoppi che rischierebbero di allungare una condizione delicata e di profonda sofferenza sia per Andrea che per le persone che gli stanno accanto.

Valeria Pinna

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