Si davano appuntamento nelle calde giornate estive della domenica e del martedì.

E dalle auto in corsa lanciavano pietre, petardi e agrumi all’indirizzo delle abitazioni di stranieri e rom. Poi scappavano per ritornare subito dopo a osservare la reazione delle loro vittime.

Gli episodi accertati sono cinque, ma non si esclude che possano essere molti di più.

Il gruppo di 13 ragazzi, 6 sono minorenni, aveva preso di mira nel periodo tra luglio ed agosto soprattutto la comunità senegalese, radicata da decenni ad Oristano, in via Aristana.

Ben quattro gli "attacchi" nei confronti dei nordafricani e almeno uno nei confronti della comunità rom che vive da tanti anni nell'ex mattatoio di via Rockfeller.

Per le forze dell'ordine dietro quesi "beceri episodi", come li ha definiti il questore Ferdinando Rossi, non ci sarebbero motivi razziali.

Via Aristana (Elia Sanna)
Via Aristana (Elia Sanna)
Via Aristana (Elia Sanna)

Sono stati gli agenti della Digos, guidati dal dirigente Vincenzo Valerioti, ad avviare le indagini dopo le denunce presentate dalle due comunità.

Grazie alle telecamere gli agenti sono risaliti all’identita dei giovani, tutti di Oristano e tutti incensurati. Esclusa la loro appartenenza ad associazioni o gruppi estremistici.

Hanno ammesso le loro colpe spiegando che lo facevano solo per puro divertimento.

Ora dovranno rispondere di danneggiamento, lancio di oggetti e di esplosioni in luogo pubblico.

I dettagli della vicenda sono stati illustrati in Questura nel corso di una conferenza stampa dal procuratore della Repubblica Ezio Domenico Basso, dal questore Ferdinando Rossi, dal dirigente della mobile Vincenzo Valerioti e dal capo di gabinetto Luis Manca.

L'ex mattatoio di via Rockfeller (Elia Sanna)
L'ex mattatoio di via Rockfeller (Elia Sanna)
L'ex mattatoio di via Rockfeller (Elia Sanna)

Le indagini sono state avviate dopo le ripetute chiamate al 113 delle due comunità colpite.

Al secondo episodio nel giro di poco tempo si è capito che probabilmente non si trattava di episodi isolati.
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