L’albergo diffuso che doveva sorgere nella parte superiore dell'ex Genio civile, quel caseggiato fatiscente presente all'ingresso di Santa Giusta, in via Giovanni XXIII, per ora rimane un’incompiuta nonostante i 3 milioni di euro arrivati dalla Regione ormai quattro anni fa. Il Comune pochi giorni fa ha ricevuto il parere da parte della Soprintendenza per poter iniziare i lavori, quindi sull'abbattimento di alcuni muri: l’Ente ha fatto sapere agli amministratori che le mura vanno però recuperate, visto che si tratta di un bene storico culturale risalente agli anni 20.

«Per noi si tratta di un problema non indifferente visto che le risorse che abbiamo non bastano per portare avanti questo tipo di lavoro che non era nel progetto - spiega l'assessore ai Lavori Pubblici Pierpaolo Erbì - Ora chiederemo alla Regione, alla luce di questo parere, se è possibile avere ulteriori risorse. Di fatto i lavori non possono ancora partire».

Per ora rimane sulla carta quindi sia l’albergo diffuso che doveva sorgere nella parte superiore dell’edificio nato ai tempi della Bonifica, ma anche il primo centro di restauro di reperti archeologici che invece dovrebbe essere realizzato nella parte inferiore. Nel progetto è prevista anche una mostra con tutti i reperti archeologici scoperti nello stagno anni fa,  tra cui la famosa testa del Satiro. Per il paese doveva essere una svolta, insomma. Un modo per offrire nuovi servizi ma anche creare diversi posti di lavoro. Ancora però quel mega progetto a ridosso dello stagno è fermo con le quattro frecce. L’immobile oltretutto, visto il pericolo di crollo, non permette nemmeno di utilizzare una delle corsie a ridosso della 131, chiusa al traffico da diversi anni.

Su questo Erbì fa una promessa: «Solleciterò ancora una volta l'Ufficio tecnico di valutare il caseggiato per capire come intervenire per metterlo in sicurezza  - conclude - In modo da poter riaprire la strada». 

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