Santa Giusta, i pescatori dello Stagno: «Urge la pulizia dei c anali»
Gli operatori locali lamentano disagi e problemi da risolverePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non solo problemi legati al ricambio dell'acqua, a causa della manutenzione che non avviene da anni. Nello stagno di Santa Giusta i pescatori continuano a fare i conti con le griglie in acciaio usurate dopo pochissimo tempo dall’installazione, e con i disagi al porticciolo che spesso si riempie di fango. Ma con le quattro frecce c’è ancora l’ittiturismo. Problematiche che i pescatori a giugno scorso hanno voluto mettere nero su bianco in un documento inviato alla Regione. E nei giorni scorsi c’è stato un sopralluogo della commissione Pesca.
«Chi è venuto qua ha potuto vedere che ciò che diciamo è tutto vero - spiega il presidente del Consorzio che gestisce lo stagno, Emanuele Cossu - Noi stiamo attendendo un intervento serio, non possiamo subire sempre i danni causati da altri. Il rischio di perdere tutto è dietro l’angolo. Ci sentiamo abbandonati.
Cossu si riferisce alle cento griglie in acciaio installate nella pescheria di Pesaria nel 2023, grazie a un milione di euro finanziato dalla Regione nell’ambito della Programmazione territoriale. Dovevano servire da sbarramento, per evitare di far uscire il pesce verso il mare, ma si sono usurate fin da subito.
«È ormai da un anno che chiediamo di risolvere questo problema ma ancora nulla precisa Cossu - Per evitare di perdere tutto il novellame abbiamo tappato noi i fori con del materiale plastico, ma temiamo il dramma. Se il pesce adulto pronto per essere messo in commercio riesce a dirigersi verso il mare per noi è la fine. Sappiamo che sulla vicenda ci sono indagini in corso, intanto noi però viviamo con la paura».
I pescatori aspettano poi un intervento per di pulizia nei canali, come è avvenuto a Terralba, Cabras e San Vero Milis. «I problemi ci sono anche qua - spiega Cossu - Vogliamo le ruspe».
I pescatori tempo fa, dopo aver quantificato il valore di tutta l'attrezzatura presente nell’ittiturismo, hanno chiesto al Comune, proprietario dell’immibole, di voler acquistare il materiale. «Poi però è sorto un problema - spiega Cossu - la Regione, che aveva finanziato l’opera, ci deve comunicare se tutto ciò che c'è all'interno si può vendere o meno. Siamo in attesa di risposte».