La proposta della Regione è stata accettata. Ciò vuol dire che i pescatori non perderanno nessun giorno di lavoro.

Buone notizie dalla peschiera di Santa Giusta dove a breve gli operai entreranno in azione per risanare tutte le strutture in ferro usurate e pericolose. Come anche le passerelle in cemento, fatiscenti da anni. Il tutto grazie a quel milione di euro finanziato dalla Regione anni fa nell’ambito della Programmazione territoriale.

A fine marzo il Comune di Santa Giusta aveva chiesto agli uffici regionali di non considerare la normativa secondo la quale dal primo marzo al 31 maggio non è possibile svolgere lavori di questo genere per questioni ambientali. Richiesta avanzata dal sindaco di Santa Giusta Andrea Casu e dall’assessore ai Lavori Pubblici Pier Paolo Erbì per evitare gli interventi durante l’estate, quando il prodotto entra nella peschiera per poi essere pescato. 

La richiesta da parte della Regione però è stata accettata dopo che il progetto però è stato modificato.

«Nel progetto originario le modalità di cantierizzazione e messa in asciutto del tratto di canale “Pesaria" - si legge nel documento con il quale la Regione ha comunicato la decisione al Comune -  prevedevano l’infissione di palancole metalliche in acciaio. Secondo la nuova proposta della società appaltatrice, le opere di sbarramento verrebbero realizzate attraverso la costruzione di due argini trasversali. Modalità che consentirebbero di ridurre i tempi di cantierizzazione, da 46 giorni previsti a 23, ma anche di limitare la produzione di rumore».

Considerata la modifica la Regione ha accolto quindi la deroga sulla sospensione dei lavori fino al 31 maggio.

«Ora l’intervento può finalmente partire - spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Pierpaolo Erbì - La Regione ha capito le esigenze dei pescatori. Ringraziamo tutti gli uffici per essere intervenuti sulla vicenda». Per i 40 pescatori del  Consorzio pesca che gestisce lo stagno di Santa Giusta, guidato dal presidente Emanuele Cossu, un sospiro di sollievo e fine delle preoccupazioni. La paura degli operatori era quella di perdere la stagione lavorativa. 

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