Incuria  e sporcizia regnano nel complesso paleocristiano dell’antica città di Cornus, a due passi dal mare di Santa Caterina di Pittinuri. Le erbacce e piante infestanti hanno invaso le remote reliquie. Uno stato di degrado che tarpa le ali alla sua valorizzazione culturale e turistica. L’unico intervento a luglio scorso: la pulizia della strada di accesso all’area, effettuato dal Comune. Poi nulla.

I turisti e visitatori appassionati, soprattutto stranieri, dopo la visita al famoso sito archeologico vanno via tristi e delusi per l’incuria regnante e servizi inesistenti. L'Infopoint, costruito a inizio 2000 con un contributo regionale di 600 milioni di lire, che doveva fungere da biglietteria e piccola area ristoro, è sempre rimasto chiuso.

Il Comune ha pronto il piano di valorizzazione e manutenzione del sito di Cornus e della vicina necropoli di Columbaris, ma «il tutto deve essere sempre autorizzato dalla Soprintendenza», precisa il sindaco Andrea Loche.

L’ente di tutela dei beni culturali fa sapere che è imminente una nuova campagna di scavi proprio a Cornus, ma ancora non è dato sapere quando.

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