Sanità pubblica in affanno e emergenza sanitaria nell’Alto Oristanese. Se non si troveranno soluzioni rapide, i cittadini potrebbero tornare in piazza per manifestare il loro malcontento. Già molte persone sono rimaste senza assistenza di base e da gennaio, con il pensionamento di almeno altri due medici, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente.

Problemi anche all’ospedale Delogu, dove i reparti di radiologia e il laboratorio analisi necessitano di potenziamenti, i lavori di ammodernamento sono fermi e mancano specialisti. Utile e apprezzato, invece, il Punto di Primo Intervento, che registra quasi 5.000 accessi.

Questi temi sono stati affrontati in un incontro di due ore alla Torre Aragonese, voluto dal Comitato per l’Ospedale e la Tutela della Salute insieme ai consiglieri regionali eletti in provincia: Peppino Canu, Salvatore Cau, Antonio Solinas e Alessandro Solinas. Tutti hanno sottolineato la drammaticità della situazione, «che va avanti da almeno quindici anni».

A fare il punto per il Comitato sono stati Filomena Deriu e Silvio Manca, che hanno riportato le richieste già avanzate al manager della Asl a settembre.

«I lavori finanziati con il PNRR sono iniziati regolarmente il 23 settembre, ma ora sono bloccati e l’impresa è sparita. La radiologia necessita di rinforzi: due medici andranno in pensione e da tempo avevamo chiesto che il reparto operasse fino alle 20 per garantire anche l’attività del Punto di Primo Intervento. Strumenti obsoleti come la Moc e l’ortopantomografo sono stati inviati a Ghilarza, ma senza formazione per i tecnici rimangono inutilizzati. Anche il laboratorio analisi soffre la carenza di personale. Oltre ai medici di base, mancano diabetologo, endocrinologo, urologo, fisiatra e dermatologo, alcuni dei quali presenti solo ogni 15 giorni. La guardia medica presenta gravi criticità, con cittadini esasperati che si rivolgono ai carabinieri, ma la dottoressa incaricata mantiene il ruolo», ha spiegato Deriu.

«Occorre rifare una programmazione di tutto il sistema sanitario regionale. In Sardegna ci sono molti medici, ma perché non lavorano nel pubblico? Evidentemente il sistema non è attrattivo: servono strumenti normativi per invertire la situazione», ha aggiunto Canu. «Un errore è stato non abolire il numero chiuso a Medicina. Gli Ascot sarebbero dovuti rimanere temporanei e invece sono stati istituzionalizzati: costano molto e non sostituiscono la medicina di base».

Per Cau e Antonio Solinas è necessario potenziare gli Ascot, almeno in attesa di soluzioni migliori, e abbattere le liste d’attesa. «Quasi il 40% delle prenotazioni al Cup vanno perse: occorre riorganizzarlo», ha sottolineato Antonio Solinas. «Eliminare l’Ats è stato un errore: avrebbe potuto gestire a livello regionale lo spostamento dei medici. Ora si cerca di farlo con Ares. Dobbiamo prepararci al peggio se non sarà prorogata la possibilità di ricorrere ai medici a gettone. Chiedo al comitato di promuovere un incontro con noi e il commissario dell’Asl, consapevoli che non possiamo fare miracoli».

© Riproduzione riservata