Le chiamavano le "micio favelas". Delle comode casette dove i gatti mangiavano in tranquillità con tanto di ciotole per le crocchette e l'acqua. Qualcuno però pochi giorni fa ha pensato bene di distruggere due di quelle cassapanche in legno acquistate e decorate dalla gattara Daniela Pintor, che da anni accudisce a spese proprie 150 felini randagi che vivono nelle borgate marine di San Vero Milis.

Una cassapanca, che era legata con un lucchetto ad una transenna, è stata scaraventata dalla scogliera. Ad un'altra sono stati sfondati i vetri.

"È solo l'ultimo atto vandalico contro di me e i gatti a cui giornalmente do da mangiare - si sfoga Daniela Pintor -. Ormai sono troppi gli episodi di intolleranza. Non c'è una zona dove negli ultimi mesi i vandali non abbiano lasciato il segno. Non ne posso più. Per non far morire di fame i gatti spendo anche 1400 euro al mese. Soldi che recupero dalle raccolte sui social".

Ma non è tutto. "Pochi giorni fa hanno provato ad avvelenare alcuni gatti mettendo in un piattino diverse schegge di plastica tritate mischiate ad un veleno - conclude Pintor -. Tutto questo è assurdo".

Il Comune di San Vero Milis intanto fa sapere che è al lavoro per modificare il piano di Gestione della zona Sic, in modo da riconoscere quanto prima le colonie feline. E permettere quindi ai gattari di avere un aiuto economico da parte della Asl per sterilizzare i felini.
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