Il materiale che dovrebbe servire per la realizzazione della rete fognaria è sparso nel cuore della borgata, a pochi metri dalla chiesetta antica e dalla strada in pietra che porta alle rovine antiche di Tharros. Non propria una bella immagine da vedere, tra polemiche da parte dei passanti e foto scattate dai curiosi.

A San Giovanni di Sinis non solo mare cristallino ma anche enormi cumuli di materiale alla mercé di tutti. Questa però è l’unica traccia di ciò che ancora non decolla, e cioè l’impianto fognario che il Comune di Cabras ha iniziato a mettere in piedi nel 2018 grazie ai 2 milioni di euro finanziati dalla Regione ben 13 anni fa. Al lavoro, infatti, non si vede nessun operaio. I lavori sono fermi perché il Comune è al lavoro per modificare, per la terza volta, il progetto iniziale. Questo dopo vari intoppi e interruzioni degli scavi, necessari per il posizionamento della rete, a causa del ritrovamento di reperti archeologici.

Ora però si è aggiunto anche un altro problema non indifferente, e cioè l’aumento dei costi per la realizzazione del progetto rispetto a quelli pattuiti anni fa quando l’intervento è iniziato. Motivo per il quale l’impresa che aveva vinto l’appalto molto probabilmente non proseguirà l’intervento. A quel punto tutto ripartirebbe da capo. Nel senso che il Comune sarebbe costretto a pubblicare una nuova gara d’appalto.

Fa il punto il sindaco di Cabras Andrea Abis: «Attualmente è in corso una trattativa tra l’Ente e l’impresa per capire se questa è disposta a proseguire, altrimenti si dovrà bandire una nuova gara. E a quel punto i tempi si allungano ancora. La colpa non è nostra. Ogni volta che in questi quattro anni gli operai hanno trovato dei reperti archeologici hanno dovuto immediatamente ricoprire lo scavo. Interventi che ovviamente hanno avuto dei costi, non previsti. Senza considerare poi tutti gli aumenti dei materiali dopo la pandemia». Insomma, questa sembra proprio una storia senza fine. 

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