ll grande parco verde  di Sant'Agostino ad Abbasanta  è stato per un giorno intero al centro della politica estiva  regionale, grazie all’incontro promosso dal movimento “Sardegna Chiama Sardegna”. Si sono radunati  in diverse centinaia   fra militanti e  simpatizzanti,  arrivati  da tutta l'isola per la presentazione delle cinque proposte alla politica sarda, da  inserire nell'agenda del dibattito in vista delle elezioni regionali del febbraio 2024.

“Non siamo organici a nessuno – evidenzia prima dell’assemblea Danilo Lampis- portavoce insieme a Nicoletta  Pucci. Certo, ci rivolgiamo alle forze del centro sinistra, progressiste, autonomiste e indipendentiste – sottolinea- ma nessuna decisione è stata  ancora presa neppure sulla partecipazione con nostre  liste alla competizione elettorale”.

Ad ascoltare i temi proposti c'erano (molto interessati) il segretario regionale  del Pd Piero Comandini, il capogruppo in Consiglio regionale dei 5 stelle Alessandro Solinas, e in rappresentanza del mondo indipendentista Claudia Zuncheddu e Gavino Sale.

I relatori che si sono alternati  hanno illustrato le cinque proposte  arrivate al termine un processo partecipativo che ha avuto un migliaio di adesioni e   partito il 6 novembre scorso da Marrubiu. Successivamente ci sono stati   26 incontri tematici, 13 tavoli territoriali, 5 assemblee plenarie, 3 seminari di approfondimento.  Le cinque proposte sono: Lavoro e modello economico; Diritto alla salute, all’abitare e nuovo welfare; Saperi e cultura: l’infrastruttura del domani ;Transizione ecologica e sovranità energetica Partecipazione e democrazia reale: la politica è di tutte e tutti.

“Se oggi ci troviamo qui – ha detto aprendo l’assemblea Paolo Costa -è perché tutti siamo assolutamente convinti che la Sardegna abbia bisogno di un profondo rinnovamento politico, per porre un freno a una ormai lunghissima stagione di mala  gestione”. Sulla stessa lunghezza d’onda Nicoletta Pucci.  

“In questi mesi- ha detto- abbiamo raccolto la voce di una grande parte dell’Isola che si sente dimenticata, che non va a votare o che cerca un’alternativa seria e credibile al malgoverno attuale. La voce di quanti non si sentono rappresentati dai gruppi politici che tengono in pugno la nostra terra da troppo tempo, di quanti non possono e non vogliono più stare a guardare. Bisogna portare nelle istituzioni – ha aggiunto Pucci - la voce di chi vuole un’Isola sempre più autodeterminata, coinvolta democraticamente, generativa di opportunità. Non si può più attendere”. 

Le proposte, è stato detto, nei prossimi mesi saranno presentate in decine di incontri per dare a chiunque l’opportunità di costruire, una vera alternativa per il governo dell’Isola. “Abbiamo visto una Sardegna, tradita, ferita e arrabbiata – ha detto Danilo Lampis - un’isola povera che è stata dimenticata.” Da qui, però,  l’avvertimento.  “Non ci interessano gli appelli all’unità delle forze senza una visione realmente trasformativa – ha sottolineato-, le ammucchiate elettorali al solo scopo di “battere le destre” Non ci faremo cooptare per qualche poltrona. Sulla base delle cinque proposte vogliamo avviare un dialogo serio e trasparente con tutte le forze politiche e sociali che si sono opposte, dentro e fuori dal Consiglio Regionale, alla maggioranza attuale, al fine di verificare la possibilità di una reale convergenza di scopo radicalmente innovativa nel programma e nei metodi capace di far percorrere all’Isola una nuova via”.

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