Posti di lavoro promessi in cambio di voti alle Regionali: 15 indagati a Oristano
Operazione della Digos. A capo del sistema c’era una donna: organizzati incontri con disoccupati e bisognosi per favorire una candidaturaHanno promesso posti di lavoro in cambio di voti per le Regionali del febbraio del 2024. È un’inchiesta che potrebbe avere ulteriori ripercussioni quella condotta dalla Digos di Oristano, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica.
Al centro della vicenda c’è una donna originaria di Sassari, Maria Immacolata Orrù, iscritta nel registro degli indagati con altre 14 persone per la violazione della normativa elettorale.
Le indagini dirette dalla dirigente della Digos, il commissario capo Federica Sanna, hanno documentato la prolungata attività illecita della donna: durante il periodo elettorale per l’elezione del Consiglio regionale ha cercato disoccupati e persone in condizioni di precarietà economica. Organizzava incontri con decine di loro, per promettere loro posti di lavoro ed altre utilità. Lo scopo: ottenere voti sicuri a favore di un candidato nella circoscrizione oristanese, Giancarlo Serra, compagno della Orrù, schierato nelle file dell’Udc, già consigliere comunale e Sassari.
Le successive indagini delegate dalla Procura hanno permesso di svelare e approfondire la complessa e articolata organizzazione pianificata dall’indagata, che ha predisposto, diretto e coordinato una capillare rete di collaboratori, distribuiti nel territorio oristanese: tutti avrebbero consapevolmente contribuito al progetto della Orrù, agevolando e rafforzando il raggiungimento del suo obiettivo (ma Serra non è entrato in Consiglio nonostante circa 900 preferenze).
Ai 15 indagati è contestata, in concorso tra loro, la violazione dell’articolo 96 del Testo Unico delle Leggi Elettorali, «per aver promesso posti di lavoro ed altri vantaggi a persone bisognose o comunque in cerca di occupazione, in cambio della loro promessa di voto a favore del candidato indicato».
Enrico Fresu