I due bambini di 11 e 5 anni sono stati portati in Francia, così come disposto dal Tribunale dei minori di Cagliari. La mamma, una donna di 42 anni originaria di un paesino della Marmilla, non ha avuto nemmeno la possibilità di sentirli al telefono e adesso non si dà pace.

È pronta a lottare per riportarli in Sardegna, dove a settembre scorso era rientrata dopo essere scappata dal compagno violento con cui viveva in Francia.

Assistita dall’avvocato Anna Maria Busia, ha già presentato l’istanza per la revoca immediata del provvedimento del Tribunale dei minori di Cagliari che, rifacendosi alla convenzione dell’Aja secondo cui i bambini devono stare nel paese dove risiedono abitualmente, ha disposto il rimpatrio dei due minorenni a Reims, in Francia, dove vive il padre.

L’avvocato però fa subito notare che "il provvedimento è stato eseguito contro le sue stesse disposizioni. Nell’atto viene specificato che si dovesse avvisare tempestivamente la madre sui modi e i tempi dell’esecuzione del rimpatrio per consentirle di affiancare il padre durante l’accompagnamento o comunque di essere presente". E invece i bambini, ieri mattina, sono stati prelevati dai servizi sociali mentre erano a scuola.

La mamma nei giorni scorsi non si era opposta al rimpatrio ma aveva solo chiesto di aspettare qualche giorno per consentire ai bambini di finire la scuola. Il padre non avrebbe accolto la richiesta della donna ("fatta nell’esclusivo interesse dei bambini") e così c’è stata l’accelerata per farli tornare in Francia.

La famiglia della donna annuncia battaglia, l’avvocato intende andare fino in fondo e coinvolgerà anche il ministero "per fare chiarezza al più presto su una vicenda sconvolgente".

Tanto più che la donna, per anni vittima di maltrattamenti e abusi da parte del compagno, aveva denunciato diverse volte il padre dei suoi bambini e il Tribunale francese le aveva dato ragione stabilendo l’affido condiviso (a condizione che i figli vivessero con la mamma, il padre aveva diritto di visita due volte a settimana).

Poi a settembre scorso, esasperata e intimorita dalle minacce e dagli atteggiamenti persecutori dell’uomo, aveva deciso di tornare a casa dei genitori. Il padre dei bambini però non si era arreso, e aveva iniziato una battaglia legale culminata con il provvedimento dei giorni scorsi.
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