La vicenda della lettera "anonima", piena di offese e insulti agli amministratori comunali (e ai loro familiari) e a un giornalista continua a tenere banco a Marrubiu.

In tre, sindaco compreso, hanno presentato una denuncia e alla fine delle indagini il parroco, don Antonello Cattide, è accusato di diffamazione aggravata e si dovrà presentare martedì 26 in tribunale.

Oggi intervengono i legali del sacerdote: "La fumosità delle notizie acquisite altro non possono definirsi, allo stato, se non 'voci di popolo'. Il patteggiamento, ben lungi dal costituire ammissione di responsabilità e, anzi, pur con la consapevolezza dell'indagato di non avere commesso reato, è frutto di una scelta di mera opportunità, sia per il ruolo che il parroco ricopre e, quindi, al fine di non esporre, anche a costo di un grande sacrificio personale, la chiesa a conseguenze spiacevoli, sia al fine di tutelare altri soggetti che potrebbero essere coinvolti", scrivono Gian Franco Siuni e Antonella Mugheddu.

"Le indagini possono avere rivelato il mezzo con il quale sono stati redatti gli scritti, ma non chi ne sia l'autore, soprattutto quando detto mezzo (che potrebbe non essere un cellulare) sia nella materiale disponibilità o, comunque, sia accessibile a più persone".

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