Cinque misure cautelari sono state eseguite, negli ultimi giorni, dalla Polizia di Stato di Oristano nei confronti di altrettanti uomini responsabili di reati riguardanti la violenza di genere. Sono cinque casi di “codice rosso” che gli agenti hanno affrontato.

In paese della provincia, un 31enne è stato messo ai domiciliari con braccialetto elettronico a seguito di atti persecutori, violenze, minacce e continue vessazioni ai danni della ex compagna incinta. Incurante della sua delicata condizione, la umiliava di continuo davanti ad altre persone e la picchiava, minacciandola anche di farle perdere il bambino che porta in grembo.

Un altro fatto si è verificato vicino al capoluogo: dopo la fine di una relazione tra due giovanissimi, lui ha cominciato a perseguitarla con continue telefonate, pedinamenti e appostamenti sotto casa che terminavano con pesanti insulti e minacce. Il 20enne è stato sottoposto al divieto di avvicinamento e di comunicazione con la persona offesa dal reato.

Altri due giovani classe 1987 e 1989, entrambi residenti a Oristano, hanno ricevuto il divieto di avvicinamento alle ex compagne per aver messo in atto nei loro confronti atti persecutori. Il 23enne in particolare, in preda ai fumi dell’alcol e deciso a incontrare la ex, ha scavalcato il cancello ed è arrivato fino al terrazzo dove, con calci e pugni, ha tentato di sfondare la porta finestra. Solo all’arrivo della Volante si è dato alla fuga.

Infine, in un paese della provincia, la Squadra Mobile ha rintracciato un 70enne su cui gravava un ordine di cattura in quanto si era reso responsabile di maltrattamenti in famiglia, percosse e lesioni ai danni degli anziani ospitati in una casa famiglia da lui diretta a San Lazzaro di Savena (Bologna); per la vicenda è stato condannato in via definitiva alla pena della reclusione di sei anni e otto mesi che dovrà scontare al carcere di Massama.

(Unioneonline/s.s.)

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