Ancora poche ore e il caso tanto chiacchierato della sospensione della maestra che insegna nella scuola elementare di San Vero Milis arriverà sulla scrivania di un giudice.

Sarà lui a decidere sulla correttezza del provvedimento inflitto da parte dell’Ufficio scolastico provinciale di Oristano alla docente Marisa Francescangeli che aveva fatto recitare alcune preghiere in classe e non solo. Il ricorso verrà depositato domani mattina al Tribunale del Lavoro di Oristano dai legali del sindacato Uil, quindi Domenico Naso e Benedetta Mameli.

«Mancano le prove dei fatti - dice Naso  - Non c’è nessun accertamento di ciò che viene detto. Il provvedimento, pesantissimo, è stato disposto solo sulla base di dichiarazioni di tre mamme che hanno riportato la loro versione al dirigente scolastico. Nient’altro. Così dicono gli atti. È la loro parola contro quella della docente. Ecco perché chiederemo al giudice l’annullamento della sospensione».

Si baserà anche su questo il ricorso. Ma non solo. «Manca tutta la parte inerente la prova dei fatti che vengono riportati da tre genitori durante un colloquio con il dirigente - spiega il legale - e a noi non risultano nemmeno dichiarazioni da parte di altri docenti, come invece è stato scritto dallo stesso Ufficio scolastico provinciale».

«Sempre l’Usp - va avanti Naso - dice che la docente ha sempre avuto una buona condotta. Ecco perché non hai mai avuto sanzioni disciplinari. Motivo per il quale la sanzione a detta loro è ridotta». 

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