Arte, fede, cultura e tradizione. Al centro però la figura della donna. Sono le “Notti di Santa Lucia”, momento che a Nurachi i cittadini aspettano tutto l’anno. Le protagoniste saranno come sempre le adolescenti del paese, come avveniva tanti anni fa, quando le prescelte per animare la festa rappresentavano l'ingresso nella società. Saranno in loro onore i festeggiamenti.

Organizzate dalla Pro Loco, dal Comune e dalla Leva 2010, nel 2023 "Le Notti di Santa Lucia” si celebrano il 9 e il 10 dicembre con i mercati degli artigiani e il 12 e 13 dicembre con il rito religioso. 

Si tratta di una festa che celebra la figura della donna: nella notte tra il 12 e il 13 dicembre spetta proprio a Sa Priorissa e alle sue aiutanti, Is Oberaias, accendere il falò al centro della piazza della chiesa di San Giovanni Battista e illuminare la notte. Si tratta del momento in cui tutta la comunità sarà chiamata a festeggiare e a ballare intorno al fuoco. 

A indossare gli abiti tradizionali della Priorissa quest’anno sarà Beatrice Ponti, 13 anni: sarà accompagnata dalle sue amiche Pamela Zucca e Nicole Frongia. Una festa lunga secoli, che ancora a Nurachi in tanti raccontano tra lacrime ed emozioni.

Sessantotto anni fa fu Giuseppina Casu, 21 anni, a ricoprire l’importante ruolo: «Eravamo tantissimi, la piccola piazza era gremita di tutti i nurachesi e avevamo ballato per tutta la notte davanti al fuoco». Ma la festa a quel tempo durava un anno intero: «Con le mie amiche andavamo ogni sabato in giro per le case del paese a chiedere fiori freschi da poter porre ai piedi del simulacro di Santa Lucia. Avevamo il compito di tenere in ordine e pulita la cappella dedicata alla santa protettrice della vista».

Per diventare Priorissa è sempre esistito un elenco conservato nella parrocchia, al quale i genitori potevano iscrivere le proprie figlie, per un puro desiderio o per sciogliere un voto nei confronti di Santa Lucia. Il nome della prescelta veniva poi annunciato in chiesa durante la messa dell’Epifania. 

Stefania Murgia fu Priorissa all’età di 17 anni, nel 1979: «Ricordo di essermi arrabbiata così tanto con mia mamma che mi iscrisse contro il mio parere. Eppure capii solo vivendo questa esperienza che fu un momento molto ricco per me, da cui ho imparato tanto». Nel 1982 fu la volta di Barbara Meli, che in quell’anno aveva 16 anni. «La mia investitura arrivò per sciogliere il voto che i miei genitori fecero in seguito ad un incidente ad un occhio accaduto a mio padre». Simona Demelas nel 1994 aveva 18 anni: « molto difficile spiegare l’emozione che si prova». 

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