Non solo contestano la gestione del verde e il taglio di diversi alberi, tra cui alcuni storici, ma, ironicamente e non troppo, chiedono se il sindaco si voglia candidare a ricevere il premio Attila che il Wwf consegna agli amministratori locali che di volta in volta si sono distinti, in negativo, nell’attività  di demolizione del proprio patrimonio boschivo.

I consiglieri di minoranza del Comune di Laconi hanno deciso di alzare la voce dopo l’ultimo taglio: pochi giorni fa, nell’area adiacente il campo da calcio nella borgata di  Santa Sofia, è stato abbattuto un cedro di circa 60 anni. «Il nostro fascino naturale è in pericolo - dicono Simona Corongiu, Fausto Fulghesu, Barbara Sulis e Livio Serra - Questa amministrazione, evidentemente non soddisfatta di aver abbattuto e non ripiantumato le piante di piazza Franciscu Lai, quelle del marciapiede di via Roma e corso Garibaldi, ma anche quelle di piazza Marconi, ora ha disposto l’ennesimo taglio. Noi pensiamo che il cedro non dovesse essere abbattuto, ma anche ammesso e non concesso che fosse da abbattere, forse lo si sarebbe dovuto destinare ad albero di Natale da allestire nella piazza, invece che acquistare un albero di Natale in alluminio per un costo di 6mila e 588 euro». La minoranza a questo punto fa i conti in tasca al Comune: «Oltre che essere una scelta di pessimo gusto, noi pensiamo che quelle somme si sarebbero potute risparmiare, ovvero si sarebbero potute destinare ad un’urgenza tra le tante: sommarli per esempio ai miseri 4mila e 500 euro stanziati per la manutenzione straordinaria degli infissi della Casa di riposo».

L'albero di Natale in alluminio che sta facendo discutere (foto concessa)
L'albero di Natale in alluminio che sta facendo discutere (foto concessa)

L'albero di Natale in alluminio che sta facendo discutere (foto concessa) 

Ma non è tutto. La minoranza contesta anche il posizionamento di una staccionata in ferro sotto la cascata maggiore del parco, e anche di una struttura in ferro da utilizzare per far pagare il biglietto per l’ingresso al Parco. «Forse è il caso che si cambi rotta  - concludono i consiglieri dell'opposizione - e che si agisca veramente per la tutela del nostro verde pubblico». 

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