Dove un tempo c’erano tre metri e mezzo di acqua ora si cammina. Il canale 17, tratto che collega gli stagni di Corru s’Ittiri e Corru Mannu al mare, nella borgata di Marceddì, è diventato una palude a causa della mancata pulizia.

E da oggi la disperazione dei pescatori è anche scritta su diversi cartelli che loro stessi hanno affisso per protesta contro la Regione. “Se non ho ossigeno sarò solo un ricordo”, si legge in uno dei cartelli. E ancora: “Regione, da 20 sono in agonia e non fai nulla per non farmi morire”.

Parole scritte sui teli bianchi tenuti dalle canne affisse nel canale 17, non lontano dal punto che dovrebbe garantire il ricambio d’acqua e ossigeno e la rimonta dei pesci verso lo stagno, diventato un tappo di sabbia e detriti accumulati negli anni.  

La protesta (foto Sara Pinna)
La protesta (foto Sara Pinna)

La protesta (foto Sara Pinna) 

Ecco perché i pescatori temono il disastro, anche alla luce delle temperature sempre alte: «Lo stagno vive grazie a questo canale -  si sfoga Antonio Loi, presidente del Consorzio pesca di Marceddì - La Regione, proprietaria degli stagni, deve intervenire adesso». 

Negli anni da Cagliari solo sopralluoghi e promesse: i lavori di bonifica non sono mai partiti. Durante l’ultimo incontro la presidente della Regione Alessandra Todde ha annunciato l’inizio dei lavori a maggio, ma gli operatori dicono che l’intervento è necessario adesso: «Impossibile aspettare tutto questo tempo - ha detto Loi -  Sarebbe la nostra fine. La situazione ora è veramente grave». 

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