«Il mio è un caso particolare e mi è sembrato giusto, dopo anni per molto duri e impegnativi, condividerlo con la comunità, prima che diventasse di dominio pubblico». 

Così padre Paolo Contini, parroco di Ghilarza, Abbasanta e Norbello, ha spiegato i motivi che l’hanno spinto a rivelare, con una lettera ai fedeli, pubblicata online, di aver subito abusi sessuali negli anni del seminario.

Il sacerdote è tornato a parlare della sua drammatica vicenda dal pulpito della chiesa di Ghilarza, al termine della Messa domenicale. 

«Perché raccontare questa storia pubblicamente? Per un semplice motivo: penso che denunciare la pedofilia nella chiesa debba ormai essere, seguendo la linea di Benedetto XVI e papa Francesco, il pane quotidiano», ha sottolineato Contini. Aggiungendo: «I peccati si confessano in confessionale, vengono assolti e si riceve anche una sanzione nel segreto del sacramento. Ma i reati sono un’altra cosa. Ma la pedofilia non è solo un peccato: è un reato che deve essere denunciato, senza se e senza ma, a voce alta. Ringrazio il Signore per avermi aiutato e la comunità per avermi accettato». 

Parole che hanno suscitato l’applauso, scrosciante e spontaneo, di tutti i fedeli presenti alla funzione.

Serafino Corrias

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