Dopo 17 anni è arrivata in questi giorni la sentenza che condanna il Comune di Norbello a versare un milione e 200mila euro per la vicenda legata alla tuva. Era il 16 gennaio del 2003, vigilia di Sant'Antonio, quando in piazza San Giovanni una giovane donna di Abbasanta fu travolta dall'albero infuocato.

Le conseguenze per lei furono drammatiche: perse il bimbo che portava in grembo e subì la menomazione di una gamba.

Una vicenda dolorosa che in questi anni si è consumata anche nelle aule dei tribunali e che adesso ha visto arrivare la sentenza con la quale l'Ente pubblico è stato condannato al pagamento dell'indennizzo. "Allo stato attuale e fatta salva la possibilità di eventuali appelli, il Comune dovrà pagare direttamente circa un milione e duecentomila euro, per poi avere il rimborso della metà della cifra da parte del Ministero dell'Interno e del Ministero della Difesa, condannati insieme all'Ente. In pratica, tra pagamento e regresso, al Comune di Norbello questa causa costerà circa 580mila euro", spiega il sindaco Matteo Manca.

In questi anni il Comune ha accantonato delle somme e vincolato dei beni nell'eventualità fosse arrivata la sentenza di condanna come di fatto è stato. Il sindaco Manca però rassicura i propri cittadini: "Sono già pronte delle soluzioni per far sì che nessun cittadino versi un solo euro in più e nessun servizio sia ridotto per far fronte a questo problema. Non nego che è una situazione complicata, ma posso assicurare che ci si è preparati in tempo e si è pronti per affrontare e risolvere questo problema".
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