Dodici anni dopo il delitto di Soddì c’era stata la svolta: le impronte digitali su un rotolo di nastro adesivo avevano incastrato uno dei presunti responsabili della morte di Giuseppino Carboni, l’anziano rapinato e ucciso nella sua casa. Oggi a 14 anni da quel tragico 23 giugno 2008, altre due persone sono finite nel registro degli indagati: Sandro Locci, 53 anni e Salvatore Argiolas (45) entrambi di Orotelli. I loro nomi si sono aggiunti a quello del loro compaesano Mirko Marteddu, il fabbro di 41 anni che due anni fa era stato arrestato su disposizione della procura di Oristano con l’accusa di omicidio e rapina pluriaggravata in concorso. Le indagini sono tuttora in corso, il pubblico ministero Valerio Bagattini ha chiesto una proroga.

L’inchiesta

Come già accaduto per Marteddu, anche per arrivare ai due nuovi indagati sarebbero stati fondamentali gli accertamenti della Squadra mobile di Oristano, i controlli incrociati dei tabulati telefonici e i contatti fra i tre. Secondo la ricostruzione degli inquirenti uno dei telefoni avrebbe agganciato una cella nel territorio di Ghilarza proprio nel giorno e in una fascia oraria in cui era stata messa a segno la rapina finita poi in tragedia. E ancora ci sarebbero stati contatti fra i tre compaesani che hanno portato la Procura a ritenere che sia Locci (difeso dall’avvocato Francesco Lai) che Argiolas (assistito da Antonello Spada) possano aver agito insieme nella casa in pietra in cui Giuseppino Carboni era stato trovato senza vita.

La svolta

La misura cautelare era scattata invece per Marteddu (difeso dall’avvocata Caterina Zoroddu) perché per la sua posizione c’erano elementi, secondo gli inquirenti, evidenti: una sua impronta palmare ritrovata sul rotolo di nastro adesivo utilizzato per immobilizzare l’86enne e un frammento di impronta digitale su un pezzo di nastro adesivo ancora attaccato alla guancia della vittima. Le successive indagini della squadra mobile, i controlli dei tabulati telefonici avevano consentito di chiudere il cerchio attorno a Mirko Marteddu. Ma le indagini non si sono mai fermate. Anzi, una volta riaperte grazie alle nuove tecnologie (che hanno permesso di rielaborare impronte e tracce rilevate sul luogo dell’omicidio), sono andate avanti e adesso proseguiranno ancora, così come chiesto dalla Procura, per cercare di fare piena luce sulla vicenda.

La storia
Giuseppino Carboni viveva da solo nella sua casa di via Ghilarza. La sera del 23 giugno 2008 qualcuno era riuscito a entrare in casa: gli avevano legato mani e piedi con scotch e spago da pacchi, poi lo avevano avvolto in una coperta e alla fine l’anziano sarebbe morto per asfissia. Una rapina finita con un omicidio per poco più di 200 euro. Il corpo senza vita era stato ritrovato diverse ore dopo, e questo aveva condizionato la prima parte delle indagini. Da subito Mirko Marteddu era finito tra i sospettati insieme ai due fratelli di Orotelli, Lussorio e Francesco Carai, arrestati per analoghe rapine a Bonarcado e Tresnuraghes. Anche questa volta, secondo la Procura, i complici arriverebbero da Orotelli. L’indagine va avanti.

Valeria Pinna

© Riproduzione riservata