Un quadro naturale dove si può ammirare il mare del Sinis dall’alto come in nessun altro luogo. Nell’Oasi di Seu però, tra la spiaggia di Maimoni e Funtana Meiga, regna anche il degrado. Ad accogliere chi passeggia nei sentieri ci sono tanti edifici abbandonati di proprietà del Comune che continuano ad essere presi di mira dai vandali. A pochi metri dalla torre di Seu, che continua a sgretolarsi, c’è un caseggiato realizzato nei primi anni 2000 per ospitare la sede operativa di quello che doveva essere il Parco di Seu.

Ora però è un immobile abbandonato dove le porte sono state sventrate dai vandali, come anche le finestre. Pochi giorni fa l’ultimo atto vandalico: qualcuno nei muri ha voluto lasciare la firma con parole gravi e forti contro le donne. Il sindaco di Cabras Andrea Abis: «Anche questa volta interverremo per eliminare ciò che è stato scritto». Il Comune anni fa, dopo la costruzione dell’immobile, non riuscì ad ottenere l’esproprio della terra privata dove è sorto il bene, ecco perché il progetto del Parco non decollò.

L'interno dell'edificio presente a Seu (Foto di Sara Pinna)
L'interno dell'edificio presente a Seu (Foto di Sara Pinna)
L'interno dell'edificio presente a Seu (Foto di Sara Pinna)

«L’edificio è del Comune, ma la terra no»,  spiega Abis, «ecco perché possiamo fare poco». Sempre all’interno dell’Oasi di Seu c’è in bella mostra un falasco che anni fa realizzò sempre il Comune. Doveva essere una testimonianza della storia, ora però la capanna è abbandonata e aperta a chiunque passi da quelle parti. Non gode di ottima salute nemmeno il “Centro di esperienza di Casa Seu”. Da due anni, dopo il blitz dei vandali che riuscirono a entrare danneggiando porte, finestre e arredi, compreso l’impianto di videosorveglianza, non è cambiato nulla. «Per sistemare l’immobile», conclude Abis, «sono necessarie importanti risorse. Ora abbiamo altre priorità».

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