Un mese esatto di lavori e ora arriva il taglio del nastro. Da sabato mattina sarà possibile transitare nella rotonda che il Comune di Cabras ha realizzato all’altezza dell’incrocio per il villaggio di San Salvatore, fra la strada provinciale sei, direzione San Giovanni e la sette, direzione Is Arutas. Alle dieci è previsto il taglio del nastro alla presenza degli amministratori comunali

I lavori sono iniziati il 17 ottobre scorso. Gli operai si sono occupati del rifacimento del tappeto di usura lungo la strada e poi della costruzione della grande rotonda che riorganizza l’incrocio stradale al fine di mettere in sicurezza uno dei punti più critici della viabilità per il mare.

Prima di iniziare i lavori sono state fatte diverse indagini archeologiche. Solo dopo il Comune di Cabras ha ottenuto tutte le autorizzazioni.

Poi c’è stato il momento dell’acquisizione delle aree private, la gara pubblica, l’appalto dei lavori e poi l’avvio del cantiere. Totale dell’investimento: un milione e 150mila euro. Risorse finanziate anni fa dalla Regione. 

Dalla prossima estate dunque basta file per raggiungere la costa del Sinis.

Da sempre per rientrare dal litorale gli automobilisti sono costretti a stare in auto per ore. Con tutte le proteste del caso. Ma non è tutto. «Ora che è stata realizzata anche questa rotonda, dopo quella all’uscita di Cabras, ci metteremo al lavoro per tentare in tutti i modi di riavere nuovamente i soldi per realizzare la pista ciclabile da Cabras alla borgata marina di Torregrande e sempre da Cabras a San Giovanni di Sinis. Ho chiesto un incontro alla Regione per affrontare quanto prima la questione molto delicata. La pista in questi due tratti è urgente e necessaria per mettere in sicurezza i pedoni e i ciclisti che percorrono questi tratti molto pericolosi».

La Regione tempo fa aveva finanziato l’opera, poi però ha bloccato il progetto a causa della vicinanza con le zone umide

Il Comune di Cabras a breve organizzerà un'assemblea pubblica per affrontare assieme ai cittadini il problema. «Voglio che tutti conoscano la vicenda», conclude Abis.

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