Con i suoi 2288 ettari è tra i più vasti d’Europa. Nello stagno di Mar’e Pontis, a Cabras, lavorano però appena 125 pescatori. O meglio: questi sono quelli consorziati, quindi che lavorano legalmente. Poi ci sono gli abusivi che agiscono la notte: dai racconti sono più o meno lo stesso numero. Quelli che invece lavorano in mare sono sempre 125, per un totale quindi di 250 operatori. Un numero leggermente superiore rispetto ad alcuni anni fa. Non cambia invece il fenomeno dell’abusivismo che esiste da sempre: un reato a tutti gli effetti.

Eppure c’è chi pensa di avere in mano la ricetta giusta per portare la legalità all’interno dello stagno: è il sindaco Andrea Abis. «Nello stagno potrebbero lavorare molti più pescatori: è vero però che ora non produce come un tempo e le colpe sono da attribuire sia alla parte pubblica che a quella privata». 

 Abis non risparmia nessuno: «Se la Regione intervenisse con una bonifica seria lo specchio d'acqua sarebbe sicuramente più sano, quindi più ricco di pesci. Ci sarebbe più reddito e più possibilità di accogliere operatori».

Il sindaco  se la prende anche con gli stessi pescatori del Consorzio che gestiscono lo stagno: «Dovrebbero stare al passo con i tempi. Non hanno mai organizzato ad esempio delle escursioni in acqua, eppure in estate i turisti accetterebbero questo tipo di proposta. Non esiste un’attività turistica legata al compendio. Ma sono indietro anche con la vendita dei prodotti: nel 2024 non possiamo pensare di vendere solo qualche pesce o accontentarci del fatturato dell'ittiturismo.Lo stagno ha bisogno di una programmazione seria».

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