Non c’è un sì ma neanche un no. Ma la possibilità di valutare e analizzare tutte le richieste avanzate oralmente e lasciate scritte su un documento consegnato a mano.

I ricciai di Cabras e il sindaco Andrea Abis sono stati accolti dai funzionari del Ministero dell'Ambiente che regola l’Area marina protetta del Sinis.

Un faccia a faccia durato quasi tre ore durante il quale i pescatori hanno chiesto di poter immergersi all’interno dell’Area marina protetta, specchio d’acqua dove non possono raccogliere i ricci ormai da cinque anni, a causa dei pochi esemplari rimasti. Così dicono i risultati anche dell’ultimo monitoraggio. «Abbiamo chiesto di concederci almeno 25 giornate di raccolta -  spiega Giacomo Bilancetta, uno dei ricciai presenti alla riunione - con massimo di 500 ricci per pescatore. Il tutto con il sistema di tracciamento tramite gli sms, per essere controllati il più possibile. Abbiamo messo in evidenza inoltre che in cinque anni di fermo non si è visto nessun risultato a causa della pesca abusiva. Infine - spiega ancora Bilancetta - abbiamo chiesto di avere informazioni sulla biologia del riccio, per capire come mai questa popolazione sta avendo una ripresa molto lenta. Siamo soddisfatti dell'incontro, siamo riusciti a farci ascoltare. Ora però attendiamo l’esito dell'incontro».

Ora interverrà anche anche il Comune di Cabras: «Anche noi ora formalizzeremo queste richieste   - commenta il sindaco Andrea Abis  - sperando che arrivino buone notizie, del resto il monitoraggio in questi anni di fermo è rimasto costante, non è peggiorato». 

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