Cabras in festa: 800 curridoris hanno rinnovato il rito della "corsa degli scalzi"
Quella di oggi è stata un'alba speciale. Per i cabraresi la più attesa, la più sentita. Alle sei del mattino si vedono solo i ragazzi che escono dalle loro case scalzi e con indosso il saio bianco per dirigersi verso la chiesa di Santa Maria Assunta.
Sono tantissimi, circa 800. Pronti per rinnovare ancora una volta il rito della corsa degli Scalzi tra le strade sterrate del Sinis. Sette chilometri senza mai fermarsi per accompagnare il simulacro di San Salvatore in spalla da Cabras alla chiesa dell'omonimo villaggio.
Un rito antico per ricordare quando un gruppo di pescatori e contadini salvarono il simulacro di San Salvatore dalle incursioni saracene portandolo di corsa dal paese al villaggio. Una corsa sfrenata a piedi nudi e con un mazzo di frasche legato alle caviglie che, come raccontano gli anziani del paese , serviva per alzare la polvere e spaventare i nemici.
Oggi Cabras è in festa. Tantissimi fedeli hanno accompagnato con il cuore i curridoris che dopo aver attraversato il centro lagunare in processione, alle 7.30 hanno iniziato la loro corsa, con fede e devozione, tra lacrime e forti emozioni. Sono velocissimi, urlano "evviva Santu Srabadoi".
Prima c'è l'asfalto, poi la strada sterrata: per loro quello è il momento più temuto. É li che vengono avvolti dalle nuvole di polvere. Ma poi arrivano le lacrime, gli auguri, le pacche sulle spalle, gli abbracci con gli amici e i parenti. All'ingresso di San Salvatore esplode la gioia. La folle applaude i curridoris che arrivano come dei vincitori. San Salvatore é arrivato. Il loro Salvatore. E nell'antico villaggio inizia la festa.