Nessun bonifico e tanta rabbia. E ora c’è anche chi, stufo di attendere, non nasconde di voler presentare un esposto agli organi competenti. È ormai passato un mese e dieci giorni e i soldi che tante famiglie di Cabras hanno versato nelle casse del Comune ancora non sono stati restituiti.

La protesta parte dei genitori di tutti quei bambini che non sono stati ammessi al Centro estivo promosso dall’amministrazione comunale. Per effettuare l’iscrizione, a maggio scorso, il Comune ha chiesto obbligatoriamente alle famiglie interessate di versare la quota in base all’Isee.

C’è quindi chi ha versato 50 euro ma anche chi 500 euro. Il 12 giugno scorso è stata pubblicata la graduatoria dei bambini ammessi, ancora però gli uffici non hanno restituito le risorse alle famiglie rimaste fuori, circa un centinaio. Non poche insomma. Alcune di queste oltretutto, visto che ancora non hanno ricevuto il rimborso, non sono riuscite nemmeno a pagare un altro Centro estivo.

Il sindaco di Cabras Andrea Abis ha ribadito più volte di aver sollecitato gli uffici comunali di piazza Eleonora d'Arborea di effettuare i pagamenti quanto prima. Dando ragione alle famiglie. Molti genitori giornalmente chiamano in Comune ma è raro che qualcuno risponda.

A chi contatta il Comune tramite Messenger come ultima spiaggia qualcuno risponde così: «Gli uffici stanno facendo il possibile per accelerare i tempi amministrativi in modo da effettuare quanto prima l’accredito. Per qualsiasi informazione inviare una mail affari.generali@Comune.cabras.it».

Polemiche senza fine insomma. Tante famiglie avevano alzato la voce anche quando era stata pubblicata la graduatoria dei bambini ammessi. Avevano puntato il dito contro il Comune per la poca chiarezza e trasparenza. Nel bando non c’era infatti scritto che l’amministrazione avrebbe preso in considerazione l’Isee e che  avrebbero avuto precedenza i bambini con disabilità. Ma l’assessore ai Servizi Sociali Laura Celletti sulla vicenda aveva riferito che il Centro è un servizio sociale per agevolare le  famiglie che non si possono permettere un centro estivo privato.

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