Altolà della Regione all'Agenzia del Demanio per la concessione in affitto di beni pubblici statali presenti nell'Isola.

«È tempo che lo Stato rispetti quanto previsto dallo Statuto speciale della Sardegna», le parole dell’assessore degli Enti locali e Urbanistica, Francesco Spanedda. Che spiega: «I beni che non sono più utili alle funzioni governative devono essere trasferiti alla Regione, come stabilito dall'articolo 14 dello Statuto. Questo principio deve essere applicato sempre e non in maniera discontinua e parziale, come è spesso avvenuto fino ad ora».

GLI IMMOBILI – Nel bando nazionale figurano anche immobili di rilievo, come l'ex batteria militare di Capo d'Orso a Palau e l'ex Intendenza di Finanza di Sassari; in tutto sono cinque beni, da La Maddalena (ex batteria di Poggio Raso) all’Asinara (Cala Reale) passando appunto per Palau e Sassari. «È urgente - spiega l'assessore - avviare un confronto politico-istituzionale per definire modalità chiare e rapide di trasferimento dei beni. Chiediamo che quelli inclusi nel programma Crea Valore, evidentemente ormai non più funzionali allo Stato, siano assegnati al patrimonio regionale».

Spanedda annuncia poi l'avvio, già nelle prossime settimane, di un percorso «col Consiglio regionale, e in particolare con le Commissioni competenti in materia, per approvare quanto prima una legge regionale che renda pienamente attuativo l'articolo 14, affinché la Sardegna possa finalmente esercitare a pieno titolo la sua autonomia e valorizzare il proprio patrimonio nell'interesse dei cittadini. Oltre a ciò, stiamo studiando una serie di revisioni normative per favorire il passaggio dei beni che la Regione ha acquisito dallo Stato e agli Enti locali e ai cittadini».

Lo stop alle procedure avviate dal Demanio è anche al centro di una mozione firmata da undici consiglieri regionali, secondo i quali questi beni «dismessi da anni e non più destinati a finalità statali, dovrebbero essere parte del patrimonio regionale e non oggetto di valorizzazione privata, tanto più senza alcun coinvolgimento delle istituzioni sarde».

(Unioneonline)

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