Le proteste per chiedere alla Regione di riavere i soldi indietro sono state già due. Due invece i milioni di euro prima ottenuti e poi svaniti. Sempre due gli anni passati da quando la Regione ha finanziato l’opera. Sono i numeri che ruotano attorno alla pista ciclabile mai decollata tra Cabras e la borgata marina di Torregrande. Un’infrastruttura sempre più necessaria per mettere in sicurezza i tantissimi ciclisti, grandi e piccoli, che ogni giorno, soprattutto in estate, transitano in quel tratto. Ma non solo: ancora non ha preso il volo nemmeno la pista tra il paese lagunare e San Giovanni di Sinis. Qualcosa però su questo tratto sembra muoversi: a giorni ci sarà una nuova conferenza di servizi con l’obiettivo di vedere quanto prima gli operai al lavoro. 

La Regione due anni fa aveva bocciato il progetto “perché troppo vicino alle zone umide”. Così prevede la norma. Questo però dopo aver stanziato le risorse tempo prima: 4 milioni di euro. Una parte è stata però utilizzata per la realizzazione di due rotonde, una all’uscita del paese e l’altra altezza di San Salvatore. Le risorse che invece sarebbero dovute servire per la pista sono state scippate: “Abbiamo chiesto di ottenere nuovamente il finanziamento  - spiega però il primo cittadino di Cabras Andrea Abis - come anche di modificare la norma o interpretarla in maniera diversa. La zona umida non si toccherà per nessuna ragione. Non verrà realizzata nessuna infrastruttura, si tratta dell’allargamento della provinciale. La realizzazione della pista ciclabile è urgente per evitare stragi. Ogni giorno tanti ragazzi di Cabras raggiungono Torre Grande in bicicletta rischiando la vita”.

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