Rientravano nella acque del fiume Temo dopo una battuta di pesca sportiva in mare, compiuta con l’ausilio di due reti da pesca ciascuna lunga un chilometro e mezzo.

I marinai della Guardia Costiera di Bosa Marina li hanno identificati al rientro.

Si tratta di due piccole barche in legno, entrambe dotate di motore fuoribordo, con a bordo, nella prima, due persone e nella seconda un unico pescatore.

A bordo della barche, oltre alla reti, erano custoditi attrezzi non consentiti per la pesca sportiva.

La Guardia Costiera ha sequestrato il pescato, rigettando a mare circa un chilo e mezzo di pesce ancora vivo.

Sono state comminate sanzioni per un totale di due mila euro e sono state sequestrate reti ed attrezzatura a bordo.

Con questa ennesima operazione continua la vigilanza della Guardia Costiera diretta a vigilare sulla filiera della pesca, minacciata dai pescatori irregolari che se ne fregano delle norme e dei pescatori professionisti che, dal mare, traggono il loro sostentamento.

Il Tenente di Vascello Guido Avallone, comandante dell’Ufficio marittimo e della Guardia Costiera di Bosa Marina, spiega: "La normativa nazionale in materia di pesca sportiva spiega che essa è attività esercitata esclusivamente a scopo ricreativo e/o agonistico e vieta, sotto qualsiasi forma, la vendita del prodotto pescato. Inoltre, la pesca sportiva non può essere effettuata con l’ausilio di reti da posta".

Increscioso episodio durante gli accertamenti: un cittadino di Bosa, di cui sono state fornite le iniziali del nome, M.P, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Oristano per oltraggio a pubblico ufficiale.

Avrebbe insultato i marinai mentre, in un luogo pubblico, stavano compiendo gli accertamenti e redigendo i verbali. Antonio Naìtana
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