Bosa, il Tar condanna il Comune al pagamento di una controversia
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Il clima politico cittadino torna ad accendersi dopo la recente sentenza del Tar della Sardegna che, lo scorso 29 agosto, ha accolto il ricorso presentato da un cittadino contro il Comune.
Una vicenda complessa, che intreccia questioni legali, amministrative e finanziarie, e che rischia ora di pesare in maniera significativa sulle casse dell’ente. Al centro della disputa vi sono due ordinanze sindacali, emesse per l’abbattimento di alcuni alberi, che, secondo quanto riportato negli atti, avrebbero causato ingenti danni a un fabbricato di proprietà del ricorrente in località San Pietro, nei pressi della cattedrale romanica, oltre che a un motocoltivatore.
Pischedda, dopo aver chiesto senza successo un risarcimento, si era rivolto al Tar lamentando di non essere stato messo in condizione di conoscere con certezza la data e l’ora di adozione delle ordinanze comunali.
La sentenza del Tar ha dato ragione al cittadino, obbligando il Comune a garantire l’accesso agli atti entro 30 giorni e condannando l’amministrazione al pagamento delle spese processuali, quantificate in 1.500 euro. Ma il nodo più critico, sollevato ora in una interpellanza dai capigruppi di opposizione Bosa Cambia Bosa e Bosa Noi ci Siamo, riguarda i costi complessivi della difesa legale. La giunta ha infatti conferito incarico a un avvocato per la propria rappresentanza in giudizio, impegnando la somma di 9.338,37 euro per le spese legali.
Una cifra che, apre lo scenario di un possibile debito fuori bilancio. È proprio su questo punto che i consiglieri Campus e Masala chiedeno chiarimenti da portare al più presto in aula. «Ci sembra incredibile – afferma Alessandro Campus – che un cittadino debba rivolgersi al Tar per ottenere atti amministrativi che gli spettavano di diritto. Questo comportamento ha esposto l’ente a una condanna e a spese che potevano essere evitate». Sulla stessa linea l’intervento di Angelo Masala: «Non solo il Comune è stato condannato a rifondere le spese di giudizio, ma ha anche impegnato oltre novemila euro per l’assistenza legale. È doveroso capire perché non si sia scelta la strada del dialogo e della trasparenza».
Gli interrogativi posti dall’opposizione sono molteplici: perché la documentazione richiesta dal cittadino non è stata consegnata integralmente, evitando così il contenzioso? Con quali risorse si intende far fronte sia al pagamento delle somme stabilite dal Tar sia agli oneri per l’assistenza legale? E, soprattutto, quali sono le responsabilità politiche e amministrative che hanno condotto a questa situazione.