Giornata clou domani per  “Carrasegare Osincu”,  fra i  più goliardici dell’intera Isola. Il programma predisposto da  Comune, Pro loco ed associazione Karrasegare Osinku prosegue  con lo spirito che incarna da sempre  il carnevale bosano che sono irriverenza, spontaneità e improvvisazione.

La  giornata è una delle  più attese e  tradizionali con l’antichissima rappresentazione di S’Attittidu. “Sas Attittadoras”, maschi e femmine con le sembianze di donne vestite a lutto, corrono lungo le strade gridando lamenti struggenti, cercando disperatamente “unu ticchirigheddu ‘e latte”. Portano con sé “sos pitzinnos”, bambolotti o pupazzi acconciati con elementi fantasiosi che spesso fanno riferimento a forme falliche o all’erotismo, simboli del neonato affamato e bisognoso di aiuto. Un rito ancestrale coinvolgente, che attrae e unisce la comunità e i  tanti curiosi visitatori soprattutto affascinati dalla teatralità degli eventi. Al  calar del sole il nero del lutto lascerà  spazio al bianco, quando  inizia la caccia a “Giolzi”, il Re Giorgio, simbolo del carnevale ormai trascorso che fugge e si nasconde.

Gli irriverenti padroni della notte si addentrano tra gli spettatori indossando un lenzuolo e una federa con in mano un lampioncino di carta tipo veneziano o un cestino (sa pischedda) con all’interno un lume acceso. Cercano Giolzi nelle zone puberali delle persone, convinti che si nasconda lì per sfuggire al suo destino. Una volta trovato, verrà bruciato sotto forma di fantoccio in un grande falò, rito che sancisce ufficialmente la morte del Carnevale.

© Riproduzione riservata