Ha aperto tutte le ante dei mobili presenti nella casa, forse alla ricerca di denaro. Poi, per eliminare le sue impronte ha tentato di lavare il pavimento intriso di sangue con un "mocio vileda". I segni però sono rimasti ben visibili. Una "firma", presente in tutte le stanze della casa di S'Ungroni: cucina, soggiorno e disimpegno. Così hanno rivelato i primissimi accertamenti dei Ris, impegnati ieri nella borgata agricola di Arborea dove mercoledì sera l’ex sottufficiale dell'Esercito di Arborea Paolo Fonsatti, 73 anni, è morto nella sua abitazione, assassinato con sette coltellate che l’hanno raggiunto in varie parti del corpo.

Ieri la svolta nelle indagini, con i carabinieri che hanno eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Oristano nei confronti del nipote della vittima, Renato Fonsatti, 56 anni.

LA RICOSTRUZIONE – Era stato proprio Renato Fonsatti a dare l'allarme raccontando di essere rimasto vittima di un tentativo di rapina: secondo la sua ricostruzione, che non ha però convinto gli inquirenti, due persone incappucciate avrebbero aggredito lui e lo zio. Sulla scena del crimine non si trovano altre impronte se non quelle riconducibili con certezza alle scarpe indossate dal nipote della vittima quando è stato trasportato all'ospedale. L'aggressione molto probabilmente è avvenuta all'ingresso della casa, la zona dove era presente la quantità maggiore di sangue. 

E mentre le indagini continuano senza sosta, Renato Fonsatti ieri a fine mattinata è stato trasferito dall'ospedale San Martino di Oristano al Marino di Cagliari per essere sottoposto alla ricostruzione del tendine, lesionato in seguito ad una profonda ferita sul palmo della mano che lui riconduce all’aggressione.

Il quadro che emerge sul nipote della vittima è quello di una persona “che faceva richiesta continua sia di denaro che di beni di prima necessità – ha raccontato ieri Erasmo Fontana, comandante provinciale dei Carabinieri di Oristano – spendendo poi i soldi nelle attività che gli davano più piacere come ad esempio alcol e stupefacenti. Molto probabilmente soffriva anche di ludopatia, ma non abbiamo ancora certezze. Abbiamo appurato però da varie testimonianze che Renato Fonsatti aveva un fabbisogno continuo di denaro”.

L'arma del delitto, al momento, non è stata ritrovata.

Nei prossimi giorni il nipote della vittima dovrà essere interrogato dal giudice per la convalida del fermo e per l'applicazione della custodia cautelare in carcere. Oggi sul corpo di Paolo Fonsatti verrà eseguita l'autopsia.

Ulteriori dettagli sul quotidiano oggi in edicola

© Riproduzione riservata