Anche le case di riposo sono blindate ai tempi del coronavirus, i familiari non possono andare a far visita ai loro cari ospitati nelle strutture.

"L'accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione", si legge nel Dpcm.

"In questi giorni sono riuscita a vedere solo attraverso un vetro mia madre e mio suocero, ospiti della comunità alloggio di Ghilarza. Lei ha 88 anni, lui 95", racconta Gaetana Sorbello di Abbasanta

"Non protesto - precisa - contro la casa di riposo Licheri, perché è una situazione che interessa tutte le strutture. Ci è proibito l'ingresso perché si teme che qualcuno possa portare il virus nella struttura dall'esterno".

In tal caso sarebbe una strage: "Ma i nostri cari non capiscono perché non andiamo a trovarli, lo vivono come un abbandono", è il cruccio di Gaetana, 67 anni.

La donna ha una proposta da fare alle autorità, affinché le misure non siano troppo rigide: "Vorrei poterli vedere almeno una volta alla settimana. Con il massimo delle precauzioni, indossando una mascherina, stando attenti. Non mi sognerei mai di mettere a rischi la loro salute, ma per me è un dolore troppo grande non poter vedere mia madre e so che lei, non sempre lucida, potrebbe sentirsi abbandonata".

Vietato vederli anche attraverso un vetro. Perché Gaetana nei giorni scorsi è andata fuori dalla casa di riposo per vedere la mamma dalla vetrata: "Mi è stato detto di non farlo più perché si agitano. Venerdì dalla casa di riposo ci hanno provato con una videochiamata, ma lei non mi vedeva e non rispondeva".

La 67enne si è un po' rasserenata solo quando le hanno consentito di vederla attraverso un vetro, e la madre l'ha riconosciuta: "Mi ha mandato un bacio".

IL MEDICO - Antonio Sulis, presidente dell'Ordine dei medici di Oristano, spiega: "Purtroppo bisogna adeguarsi alle norme nazionali e regionali, le strutture non possono fare diversamente perché sarebbero soggette a sanzioni".

E stesse restrizioni, continua, toccano ai disabili: "In questo momento non possono usufruire dell'insegnante di sostegno. La situazione è emergenziale, chiaro che dispiace, ma bisogna capire le motivazioni alla base di tali norme. Un contagio all'interno di una casa di riposo sarebbe molto problematico. L'unica soluzione è l'isolamento".

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