Rischia una condanna a 13 anni l'allevatore, 58enne residente nella periferia oristanese, accusato di violenza sessuale. La pm Silvia Mascia non ha fatto sconti e davanti al collegio dei giudici (presidente Carla Altieri, a latere Federica Fulgheri e Marco Mascia) ha sollecitato la condanna dopo aver ricostruito la vicenda iniziata quando la vittima era poco più che una bambina.

Secondo l'accusa l'uomo avrebbe abusato in più occasioni della figlia della compagna. Il primo approccio forzato e proibito era accaduto otto anni fa: la ragazzina aveva appena tredici anni, dormiva tranquilla nel suo letto quando l'allevatore le si avvicinò, si sdraiò accanto a lei e iniziò a palpeggiarla. La bambina si svegliò e, nonostante la paura, riuscì a scappare via.

Nel corso degli anni sono stati diversi gli episodi in cui il cinquantottenne ha rivolto le attenzioni morbose verso la ragazzina: approfittava dei momenti in cui la compagna era al lavoro per abusare della figlia (che la donna aveva avuto da una precedente relazione) che puntualmente rifiutava con decisione gli approcci e fuggiva. La situazione si è trascinata per anni, poi quando la ragazza è diventata maggiorenne ha trovato il coraggio di denunciare il compagno della madre.

Oggi in aula le ultime battute del processo. L'avvocato di parte civile Rossella Oppo ha insistito sulla necessità di condanna, mentre la difesa con l'avvocato Antonietta Confalonieri (era assente l'avvocato Franco Luigi Satta) ha cercato di sminuire la credibilità della vittima. La sentenza è attesa per giovedì mattina.
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