A Santa Giusta l'opera d’arte provocatoria per dire no all’eolico
L’artista Salvatore Garau raffigura Cristo crocifisso su una pala. Presente anche il vicario dell’Arcidiocesi di OristanoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Si intitola “La Sardegna in croce” l'opera realizzata dall'artista Salvatore Garau per dire no alle pale eoliche. E che presto sarà trasportata fino a Cagliari dai comitati che da mesi gridano contro la speculazione energetica. Mercoledì, alle 15, l'opera sarà presentata nella piazza del Comune di Santa Giusta. Sarà presente l'autore e il vicario generale dell'Arcidiocesi di Oristano don Roberto Caria, diverse autorità e anche una rappresentanza dei Comitati in lotta. L'opera di Salvatore Garau raffigura una crocifissione, dove la croce è sostituita dalla pala eolica.
«Il simbolo di un dramma che i sardi stanno vivendo con angoscia sulla propria pelle - dice Garau - il Cristo è perfettamente ispirato per postura e sofferenza al Cristo del Nicodemo esposto nella chiesa di San Francesco a Oristano. Ho voluto realizzare un'opera che fosse di lettura immediata per qualunque ceto sociale». Dopo la presentazione, dal Comune partirà una simbolica marcia. Nei giorni successivi, a tappe alterne, l'opera toccherà vari paesi fino a Cagliari. “
«Si tratta di un messaggio di solidarietà e di condivisione di alcune tematiche per le quali il popolo sardo ha manifestato - dice Caria - La diocesi di Oristano è solidale con tutte le manifestazioni non violente, attraverso le quali il popolo manifesta legittimamente la sua opposizione civile nei limiti della legalità e come espressione di una autenticità. Invito inoltre a riflettere sul fatto che in questione non vi è soltanto la speculazione sul territorio della nostra isola e quindi la sottrazione di terreni agricoli e il possibile deturpamento dell'ambiente naturale storico e archeologico, ma altresì la chiesa diocesana invita a riflettere sui principi fondanti tutta la transizione ecologica, in quanto, come sottolinea anche Papa Francesco, appare viziata da alcuni errori antropologici pericolosi».