Uno strumento in più per dare voce alle donne con disabilità sensoriali vittime di violenza. Si intitola “Segni che diventano voce” il protocollo d'intesa siglato dall'associazione Prospettiva donna di Oristano e dal Consiglio regionale dell'Ente nazionale sordi.

I dati sono allarmanti: secondo il rapporto della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish Onlus), l’8,8% delle donne audiolese ha dichiarato di aver subito almeno una tipologia di violenza nella vita.

«Parlare di violenza sulle donne sorde significa riconoscere proprio l’esistenza di plurime
discriminazioni basate sul genere e sulla disabilità - spiegano le due organizzazioni - Per loro spesso chiedere aiuto diventa inaccessibile poiché si frappongono barriere comunicative e pregiudizi.

D'ora in avanti, grazie alla collaborazione tra il personale dei centri antiviolenza di Oristano e Olbia e le professionalità dell’ENS, le vittime che si rivolgeranno allo sportello avranno la possibilità di comunicare il loro dramma sia con il Lis, il linguaggio dei segni, oppure con il ricorso al labiale». 

L'obiettivo è duplice: da una parte fare luce sui tanti ostacoli che ancora oggi negano i diritti e le libertà fondamentali delle donne sorde, dall'altra offrire un valido aiuto nel difficile percorso di affrancamento da abusi e maltrattamenti. 

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