Non sarà solo una semplice messa, ma anche un momento per riflettere a un anno dalla tragedia.

Daniela Cadeddu, la donna uccisa dal marito lo scorso 5 febbraio a Zeddiani, nell’abitazione dove abitava assieme a lui seppur separati, domani sarà ricordata con una celebrazione nella parrocchia di Santa Maria Assunta, a Cabras, suo paese d’origine. La stessa dove erano stati celebrati i funerali.

«Siamo tutti sconvolti e feriti nel profondo - aveva detto Monsignor Giuseppe Sanna lo scorso anno durante l’omelia nella chiesa affollata - La morte di Daniela ci getta nello sconforto. Non dobbiamo stare con le mani incrociate di fronte alla violenza nei confronti delle donne. Devono intervenire le scuole, i Comuni e la chiesa stessa. Ogni vita è sacra».

La funzione di suffragio sarà celebrata alle 17. Daniela Cadeddu aveva 54 anni, è stata uccisa dal marito Giorgio Meneghel con diverse martellate. Dopo il delitto era stato lo stesso Meneghel, di professione agricoltore, a raccontare alle forze dell’ordine tutto ciò che era accaduto dentro quale piccola abitazione di Zeddiani, in via Roma, dove vivevano da tempo.

Un femminicidio che aveva scosso sia la comunità di Cabras dove ancora oggi vivono tutti i parenti di Daniela Cadeddu, compresi gli amici di una vita, e quella di Zeddiani, paese che aveva accolto la donna dopo il matrimonio con Meneghel. Di lei tutti ricordano ancora la sua passione per gli animali. Ma soprattutto il suo sorriso.

«È passato un anno dal giorno che quella mano ti ha fermato la vita - ha scritto sui social pochi giorni Giorgio Cadeddu, fratello di Daniela - Sappi che sei sempre con noi». 

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