Nino Romagnoli, quando era in servizio e comandava le stazioni forestali, teneva la radio di servizio accesa sul comodino. All’epoca non c’erano i telefonini e tutta la tecnologia sofisticata di cui la società oggi dispone. Così il maresciallo coordinava il personale e seguiva le emergenze da terra e dagli elicotteri.

Domani Tortolì, la comunità che lo ha adottato parecchi anni fa e dove ha messo su famiglia, gli darà l’ultimo saluto. Aveva 76 anni e se l’è portato via un male che lo ha stroncato nel giro di pochissimi mesi. Era nato a Pettorano sul Gizio, paesello in provincia di L’Aquila. Romagnoli era arrivato in Sardegna all’età di 18 anni. Aveva esordito alla stazione di Villagrande, prima di passare al comando della base elicotteristi di San Cosimo. Dopodiché aveva proseguito la carriera alla stazione di Lanusei prima di concluderla al vertice di quella di Tortolì.

Sempre in prima linea nelle campagne antincendio, era persona stimata e ben voluta. Credeva nella bontà del ruolo e il suo animo nobile e gentile lo portava a dialogare anche con chi commetteva infrazioni, avviando il sanzionato a regolarizzarsi per non sbagliare più. La sua scomparsa ha suscitato cordoglio nella comunità, ma anche tra i colleghi con i quali aveva lavorato, molti dei quali oggi sono ancora in servizio. Come il comandante della stazione forestale di Tortolì. «Per noi il maresciallo Romagnoli - ha detto Giorgio Usai - è stato un insegnante e soprattutto una guida autorevole. Era persona di alto spessore umano e culturale, un punto di riferimento per il Corpo forestale. C’è commozione in tutti noi: perdiamo un amico, una persona eccezionale da cui ciascuno di noi ha imparato qualcosa».

I funerali di Nino Romagnoli, che lascia la moglie e due figli, verranno celebrati domani alle 11.30 nella chiesa di Sant’Andrea, a Tortolì.

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