Testimoni, dna e telecamere, così è stato incastrato il presunto killer di Marco Mameli
Svolta nelle indagini, in carcere Giampaolo Migali, 28 anni, di GirasolePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sull’arma del delitto è stato ritrovato il dna di Marco Mameli, la vittima e Andrea Contu, il ferito.
Giampaolo Migali, 28 anni, di Girasole, arrestato questa mattina con l’accusa di omicidio, si era assunto da subito la responsabilità del ferimento presentandosi in commissariato ma negando ogni coinvolgimento nel delitto. Con quel coltello, poche ore prima, Migali e gli amici avevano praticato delle aperture nei costumi di carnevale. Andavano alla festa di Bari Sardo, quella in cui il giovane di vent’anni sarebbe morto. Lui era l’unico armato.
Le telecamere inchiodano il gruppo a pochi passi dal luogo del delitto, le decine di testimonianze raccontano piccoli pezzi di un mosaico. Non tutti i testimoni hanno collaborato ma qualcuno alla fine ha parlato più di altri permettendo agli inquirenti di chiudere il cerchio.
L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lanusei, è stata condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Nuoro, dal commissariato di Tortolì, dalla polizia scientifica di Cagliari, dal Ris di Cagliari e dal personale specializzato dela Guardia di Finanza.
Il procuratore Paola Dal Monte ha illustrato gli sviluppi questa mattina in Procura insieme al dirigente della squadra mobile di Nuoro Fabio di Lella e al sostituto procuratore Giovanna Morra: «Questa è l’unica risposta che lo Stato può dare in una vicenda come questa – ha detto la Dal Monte - Un caso molto complicato proprio per le tantissime persone presenti, la maggior parte in maschera. Sei mesi non sono tanti per risolvere un omicidio».