Paola Piras è tornata a casa. La donna, superstite dell’aggressione in cui è stato ucciso il figlio Mirko Farci, ha lasciato il centro di riabilitazione neuropsicologica dell’ospedale Mater di Olbia dopo tre mesi di degenza durante i quali ha seguito un programma di potenziamento cognitivo.

Per lei, che è stata ferita dall’ex compagno Shahid Masih, è l’inizio di una seconda vita.

La donna è ancora molto provata, ma ha avuto la forza per ringraziare, con un post sui social, la gente che a Tortolì le ha riservato un’accoglianza calda e affettusa. «Rientrare a casa e dover iniziare ad abituarmi a una nuova realtà, fatta di mancanze e dolore non è stato facile», ha scritto Paola Piras. «Altrettanto difficile è stato riapprocciarmi con gli altri, ma chiunque si sia fermato a salutarmi mi ha trasmesso un tale affetto che ora ho meno paura». Queste le prime parole che Paola Piras, 52 anni, ha affidato a Facebook subito dopo il rientro a casa.

L’omicidio del figlio di Paola Piras scorre ancora sotto gli occhi di tutti come un film dell’orrore. L’11 maggio scorso, nell’abitazione al secondo piano della palazzina al civico 46 di via Monsignor Virgilio, l’aggressore, in preda all’ira, aveva inferto alla donna 17 coltellate. Il figlio Mirko aveva tentato di difenderla trovando la morte.

Ai soccorritori si era presentato uno scenario agghiacciante. La donna, esanime, era stata soccorsa e trasferita all’ospedale. Il suo aguzzino era stato rintracciato dopo diverse ore al termine di una gigantesca caccia all’uomo. (ro. se.)

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