Con la discussione del procuratore Biagio Mazzeo entra nella fase finale il processo per i veleni di Quirra, che si celebra nella sala del Consiglio dell’ex Provincia Ogliastra a Lanusei. Nel lungo preambolo di quella che sarà una discussione lunga e articolata Mazzeo ha ribadito alcuni punti chiave dell’inchiesta. In primis il fatto che i comandanti che si sono alternati alla guida del Poligono avessero la responsabilità della sicurezza degli uomini al loro comando e delle persone che intorno e dentro il Poligono gravitavano. Inoltre ha chiarito come non possano rispondere della decisione di adottare i brillamenti, ma avrebbero dovuto garantire la tutela delle persone e dell’ambiente. I pastori dopo le esplosioni venivano riammessi nei terreni di Quirra quando ancora l’aria era contaminata.

Mazzeo ha inoltre ribadito come la popolazione doveva essere informata dei rischi che correva e come la convivenza tra un poligono operativo, manifesta discarica per armamenti da tutta Europa, e la popolazione civile, non sarebbe dovuta esistere. Concetti preliminari alle richieste che arriveranno con le conclusioni, nei confronti di otto comandanti che si sono alternati alla guida del poligono dal 2020 al 2010, a processo per omissione dolosa di cautele contro infortuni e disastri. 

Alla fine della sua requisitoria, il pm ha formulato le richieste d’accusa nei confronti degli otto comandanti che hanno guidato il poligono militare di Perdasdefogu dal 2004 al 2010. Ha chiesto una condanna a 3 anni per Gianfranco Fois e Fulvio Ragazzon e a 4 anni per Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni, Carlo Landi e Paolo Ricci, tutti accusati di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri. 

© Riproduzione riservata