Era entrata in acqua con figlia e figlio in braccio. La piccola era morta annegata, l'altro si era salvato.

Sotto processo per omicidio colposo la donna, originaria di un paese della Barbagia, è stata prosciolta perché incapace di intendere e di volere.

La sentenza è stata emessa ieri dal gup di Lanusei, Paola Murru, al termine del processo con rito abbreviato. La giovane mamma, su richiesta dell'avvocato difensore Angelo Magliocchetti, è stata sottoposta a perizia psichiatrica.

IL PERITO - Il consulente Giovanni Camerini, dopo una serie di visite e colloqui, ha stabilito come la donna, che nel febbraio 2015 aveva tentato il suicidio gettandosi nelle gelide acque del lido di Orrì portando con sé i due figli, non fosse in grado di capire le azioni che stava compiendo in quegli istanti. La bimba di appena tre anni era morta dopo l'arrivo in ospedale, mentre il maschietto, di pochi anni più grande, era sopravvissuto.

Il pm Daniele Loi ha anche chiesto tre anni di libertà vigilata, mentre il giudice ne ha disposto solo uno. Il legale chiederà che la donna possa trascorrere questi dodici mesi nella sua abitazione. Dalla perizia è emerso anche che la donna non è socialmente pericolosa e per questo motivo Magliocchetti chiederà il provvedimento di revoca dell'esercizio della patria potestà, dato che l'incapacità di intendere e volere era limitata solo al momento in cui ha commesso il fatto.

I FATTI - Il 13 febbraio di due anni fa la donna era arrivata in Ogliastra nel primo pomeriggio insieme ai suoi due figli di tre e cinque anni. Aveva parcheggiato l'auto a pochi passi dalla prima spiaggia di Orrì. Poi la sua mente si era spenta. Senza rendersi conto la giovane mamma era entrata nell'acqua gelida stringendo tra le braccia i bimbi.

Le urla disperate dei piccoli avevano attirato l'attenzione di due donne che passeggiavano lungo il litorale. Avevano lanciato l'allarme al 118 e a riportare sulla spiaggia la mamma e il bambino in lacrime e la piccolina, stremata dal freddo, senza neanche più le forze di respirare.

Le condizioni della bambina erano apparse subito gravissime. Era stata trasportata a bordo di un elicottero al San Francesco di Nuoro dove però il suo cuoricino aveva smesso di battere. Il fratellino era stato ricoverato al Nostra Signora della Mercede insieme alla mamma. Quest'ultima poi era stata trasferita nel reparto di Psichiatria di Nuoro. Una folla attonita e commossa aveva accompagnato la piccola bara bianca nel suo ultimo viaggio.

Giovanna Falchetto

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