Assaltano gli ovili incustoditi sgozzando greggi di pecore e agnelli. È allarme a Bari Sardo per l'ennesima scorribanda di cani randagi nelle aziende di allevamento del territorio. Ad essere interessata per la sesta volta nel giro di pochi mesi è stata l'azienda zootecnica di Cristiano Murgia allevatore trentotenne del centro costiero, dove l'ultimo bilancio dei raid da parte dei randagi avvenuto tre giorni fa, è di una pecora in fin di vita, quattro ferite e tre disperse. Al momento sono venti i capi di bestiame morti. Una situazione che interessa anche altri allevamenti del territorio e alla quale ne la Asl di Lanusei ne il comune del centro costiero semmbrano trovare una soluzione. "Quello che chiediamo - dice Cristiano Murgia - è che chi di competenza possa almeno risarcirci economicamente i capi morti". Intanto nelle campagne dove l'esasperazione è alle stelle il rischio concreto è che gli allevatori possano ricorrere a forme estreme come l'utilizzo di trappole o disseminando le strade di bocconi avvelenati. Marco Pisanu
© Riproduzione riservata