Terremoto giudiziario in Ogliastra. Dalle prime ore del mattino i carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Nuoro e delle compagnie dipendenti hanno eseguioto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari e decreti di perquisizione e di sequestro preventivo di edifici e terreni, emessi rispettivamente dal Gip e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari a carico di 4 indagati, per diverse ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione, contro il patrimonio e di natura informatica.

I nomi

In manette sono finiti il presidente del consorzio Industriale provinciale dell’Ogliastra, Franco Ammendola; il suo vice, Rocco Meloni, che è anche amministratore delegato di AliArbatax, la società di gestione dell’aeroporto di Tortolì; Gianni Collaro, maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Arzana; Roberto Arzu, disoccupato di Arzana, fratello di Sandro, misteriosamente scomparso nei mesi scorsi.   

Le indagini

Secondo l’ipotesi emersa dalle indagini finora eseguite e avviate ad aprile 2022, la vendita all’asta, relativa ad appartamenti e terreni di una società con sede a Tortolì, sottoposta a procedura fallimentare, sarebbe stata turbata da Ammendola, Meloni e Arzu. I tre, domiciliati a Tortolì, in accordo fra loro, avrebbero pilotato le procedure d’asta facendo desistere, mediante plurime minacce, i potenziali partecipanti al solo fine di favorire l’indagato individuato come prestanome dell’imprenditore fallito, nell’acquisto degli immobili ad un prezzo vantaggioso e inferiore al valore reale.
In particolare, secondo le dichiarazioni di quanti avevano desistito dalla partecipazione all’asta, questi ultimi sarebbero stati destinatari di atteggiamenti e frasi ostruzionistiche in concomitanza dei sopralluoghi, ad opera dell’indagato che deteneva le chiavi degli immobili. A questi comportamenti sarebbero poi seguite esplicite minacce, mediante messaggi su fogli rinvenuti sul parabrezza dell’auto, nonché visite ricevute a domicilio e intromissioni “bonarie” a opera di terzi, con esortazioni e consigli a ritirarsi dalla gara.

Il carabiniere e il forestale 

Dall’attività investigativa sarebbe anche emerso il coinvolgimento di Collaro e di un assistente capo del Corpo Forestale, quest’ultimo in servizio all’epoca dei fatti ed oggi in congedo, e non destinatario di misure cautelari.
Il maresciallo avrebbe controllato, accedendo indebitamente alla banca dati Sdi in uso alle forze di polizia, con la sua user id personale, 5 persone che, in periodi diversi, avevano visionato gli immobili oggetto d’asta, desistendo poi dal presentare offerte.

Per quanto finora emerso dalle indagini,  Collaro non avrebbe avuto ragioni di servizio plausibili (a parte il rapporto amicale con l’imprenditore sottoposto a procedura fallimentare) per svolgere accertamenti sulle persone interessate all’asta.

Quindi oggi  è stato colpito dalla misura cautelare degli arresti domiciliari e risponde dell’ipotesi di accesso abusivo a sistemi informatici.

(Unioneonline)

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